(AKR) - CASTIGLIONE DEL LAGO - «La pista ciclabile è finita sott’acqua perché la Soprintendenza ai Beni ambientali non concesse, all’epoca, l’autorizzazione a sopraelevare convenientemente le parti del percorso poste alla stessa quota dello zero idrometrico». Il sindaco di Castiglione del Lago Sergio Batino, all’epoca presidente della Comunità Montana, ente realizzatore del progetto, è deciso e perentorio. Sua è l’ordinanza che ha disposto la chiusura della pista tra le località di Rigutini e Badiaccia, per un’impraticabilità del percorso dovuta, spiega, non solo all’innalzamento del livello del lago.

«è venuto il momento di smetterla con l’idea che tutti gli amministratori pubblici siano deficienti o delinquenti - esordisce Batino - e io a questo gioco non ci sto: la verità è che ci sono amministratori pubblici che ogni giorno rischiano guai d’ogni tipo e si ammazzano di lavoro per compensi irrisori. Solo un breve tratto è finito sott’acqua per l’innalzamento del lago, e ciò è accaduto perché, quando furono rilasciate le autorizzazioni, la Soprintendenza per i Beni Ambientali, certo con il plauso di quanti a Perugia pensano che il Trasimeno debba essere una sorta di "foresta vergine", non autorizzò una sopraelevazione dei tratti posti al livello dello zero idrometrico».

Batino precisa che «La pista è stata chiusa nel tratto in questione non solo perché in un suo breve segmento è ora sott’acqua, ma anche perché i ponticelli che si dovettero realizzare in legno per volontà degli enti autorizzativi e di molte associazioni ambientaliste, dopo quindici anni, in una zona umida come il Trasimeno, risultano ovviamente e prevedibilmente deteriorati. A ciò va aggiunto il fatto che per recenti eventi meteorologici molti alberi sono caduti sul tracciato e devono essere rimossi».

Il sindaco Batino riferisce che l’Agenzia Forestale sta definendo il progetto di sistemazione della pista, già finanziato dalla Regione, in modo che si possa completare l’anello ciclabile del Trasimeno. «Questo resta un obiettivo importante: qualche ritardo c’è, ma per avere un’autorizzazione, in un ambiente come quello lacustre, le procedure e le prescrizioni sono infinite. Tanto per intenderci c’è chi si oppone perfino al taglio dei rovi, mentre il territorio, ormai frequentato da cinghiali e nutrie, avrebbe bisogno di interventi seri, di quell’intervento umano che per decine di secoli ha garantito la bellezza e la salute del lago».

Il sindaco infine vuole sottolineare che "il bicchiere è mezzo pieno": «Per quindici anni la pista è stata frequentatissima e ha svolto un ruolo importante nella promozione del territorio, ha permesso a tutti i cittadini di avvicinarsi all’ecosistema del Trasimeno e di conoscerlo da vicino, cosa prima riservata a pochi privilegiati che avevano costruito la propria abitazione in prossimità delle rive. In molte zone era del tutto interdetta la possibilità, alla maggioranza dei cittadini e dei visitatori, di fruire liberamente dell’ambiente lacustre». (AKR)

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