di Maurizio Tortorella

Anche nel 2022 è proseguito lo scandalo, tutto italiano, delle ingiuste detenzioni. L’anno scorso lo Stato ha dovuto risarcire 556 cittadini innocenti, ingiustamente sbattuti in carcere, spendendo oltre 27 milioni di euro. Le richieste presentate sono state 1.180, e quelle accolte sono state 556.

Il dato delle ingiuste detenzioni resta elevato e allarmante, malgrado negli ultimi anni nuove norme e la giurisprudenza dei tribunali abbiano cercato in tutti i modi di fare muro contro le richieste avanzate da quanti vengono reclusi senza motivo. Al primo posto nella classifica, stilata dall’associazione Antigone che meritoriamente da decenni si occupa di carcere, è la procura di Reggio Calabria: con 103 domande ammesse, per oltre 10 milioni risarciti, vale da sola quasi un terzo del totale che lo Stato nel 2022 ha pagato, ossia 27.378.085 euro.

Condizioni inumane e record di suicidi

Ma l’anno scorso sono state tantissime anche le condanne pronunciate dai tribunali italiani per le condizioni di detenzione inumane e degradanti, soprattutto per l’assenza di spazio vitale nelle celle: le condanne sono state 4.514 e rappresentano il 57,4 per cento delle richieste di risarcimento.

Dall’inizio dell’anno, Antigone segnala anche che 23 detenuti si sono tolti la vita. Il 2022 è stato l’anno più critico nella storia per quanto riguarda i suicidi in carcere, con la cifra record di 85 morti (5 dei quali in un solo penitenziario: quello di Foggia), una media di più di uno ogni 4 giorni. La statistica supera di ben 23 volte quella dei suicidi registrati nella popolazione libera. Tra i detenuti che si sono tolti la vita nel 2022, cinque erano donne, e 36 gli stranieri. La maggior parte dei suicidi (50, quasi il 60 per cento) si sono tolti la vita nei primi 6 mesi di detenzione, e 10 entro le prime 24 ore dall’arrivo in carcere.

Sovraffollamento cronico

La situazione nel sistema penitenziario, insomma, resta allarmante. Sempre secondo Antigone, alla fine di aprile le carceri ospitavano oltre 9 mila detenuti in più rispetto alla loro capienza effettiva. Il tasso medio di sovraffollamento è del 119 per cento, il che significa che per circa un quinto dei detenuti la sistemazione è a dir poco precaria. Contro una capienza “ufficiale” di 51.249 posti, i detenuti presenti nelle carceri al 30 aprile erano 56.674, il che equivale a 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Ai posti regolamentari vanno però sottratti quelli non disponibili, che sono 3.646.

La situazione peggiore viene registrata in Lombardia dove il sovraffollamento è al 151,8 per cento. Seguono la Puglia (145,7 per cento) e il Friuli Venezia Giulia (135,9). Il carcere più affollato è quello di Tolmezzo (190,0), seguito da Milano San Vittore (185,4), da Varese (179,2) e da Bergamo (178,8).

Sul sovraffollamento, segnala Antigone, pesa molto la custodia cautelare, pari al 26,6 per cento del totale.

 

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