Brevetti europei, l’ingegno creativo dell’Umbria fa un balzo e segna il proprio record di sempre: +57,8% quelli pubblicati nel 2022, secondo miglior risultato italiano. Dal 2008 al 2018 imprese, Enti e persone fisiche della regione hanno pubblicato 398 brevetti, ma resta il nodo del forte ritardo umbro nelle Key Enabling Technologies (KET), fondamentali per la competitività delle imprese in virtù della loro applicazione a un gran numero di attività produttive. 

A livello di settori tecnologici interessati, nelle domande umbre di brevetti a fare la parte del leone sono le tecnologie della meccanica e dei mezzi di trasporto (23 domande di brevetto su 41 totali), peraltro concentrate per intero in provincia di Perugia. Con otto domande di brevetto seguono le tecnologie chimico-farmaceutiche (quattro nel Perugino e altrettante nel Ternano), mentre con due brevetti ciascuna ci sono le voci “tecnologie elettriche/elettroniche" e “tecnologie strumentazione e controllo”. La provincia di Perugia su questo fronte molto più attiva di quella di Terni.

La dichiarazione

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “I dati e l’analisi delle domande di brevetto europeo pubblicate dall’EPO  (European Patent Office) mostrano  innanzitutto come la ricerca e l’innovazione siano diventate sempre più pervasive nel sistema economico e produttivo italiano, innalzandone le capacità competitive. L’Italia, non dimentichiamolo, pur con molti problemi è comunque il quinto paese dell’Ue per capacità inventiva e l’undicesimo tra tutti i paesi del mondo. In questo contesto di crescita delle domande pubblicate di brevetto europeo, aumentate del 33% tra il 2015 e il 2022, l’Umbria mostra un dato eccellente nel 2022, con una crescita di quasi il 57% dei brevetti presentati rispetto al 2021, segnando il record di sempre con 41 domande di brevetto europeo pubblicate. È un ulteriore segnale di vivacità del sistema imprenditoriale umbro e del suo grande sforzo per scalare i livelli di competitività nell’ambito della transizione ecologica e digitale. Resta tuttavia un grosso neo: quello dei brevetti nell’ambito delle Key Enabling Technologies (KET), che sono fondamentali per la competitività delle imprese. Qui l’Umbria è ancora pesantemente indietro, con solo due brevetti pubblicati nel 2022 e con la quota delle KET sotto il 5% delle domande di brevetto totali, mentre la media nazionale della percentuale delle Ket sul totale è cresciuta e tocca ora il 21%. Un elemento su cui sarà opportuno riflettere e trovare la strada, magari con opportuni incentivi, di risalire in questo parametro chiave”.

                                                                                                 ***

Italia record nel 2022 per le domande di brevetto pubblicate dall’EPO (European Patent Office): l’anno scorso sono state 4mila 773, 218 in più di quelle del 2021, con una crescita del 5%. E se per l’Italia il 2022 dei brevetti è stato un anno d’oro, per l’Umbria lo è stato di platino, perché è la seconda regione italiana dopo l’Abruzzo per crescita. L’Umbria, infatti, passa dalle 26 domande di brevetto europeo pubblicate nel 2021 alle 46 del 2022, con un aumento del 56,8% (il Centro passa da 699 a 703, +2,2%) (vedere Tabella 1). Il dettaglio provinciale vede i brevetti presentati da soggetti residenti (nel caso di persone) o con sede legale (nel caso di imprese ed enti pubblici) in provincia di Perugia crescere da 23 del 2021 a 35 del 2022, mentre in provincia di Terni sono aumentati da 3 a 6.

Dal 2008 al 2022 i brevetti europei depositato da persone, imprese  ed enti umbri sono complessivamente 398, con una nettissima prevalenza di Perugia (350) su Terni (48) rispetto alla distribuzione provinciale sia del Pil che degli abitanti, che del numero delle imprese (vedere Tabella 1 e Grafico 1).

Emerge dall’analisi effettuata da Unioncamere e Dintec, dalla quale viene anche fuori che dal 2016 l’aumento delle domande italiane di brevetto europeo è risultato pressoché continuo, con una variazione del 33% tra il 2015 e il 2022, quando il nostro Paese ha raggiunto il miglior risultato del decennio, mantenendo così la quinta posizione per capacità inventiva nell’EPO tra i paesi UE e l’undicesima tra tutti i paesi del mondo.

Chi presenta le richieste di brevetto in Umbria

Nel 2022 in Umbria l’83,3% (meno della media nazionale dell’87,7%) delle domande di brevetto pubblicate proviene dalle imprese, niente invece arriva da Enti di ricerca (in Italia il 5,3%),  mentre il 16,7% proviene da soggetti privati. Più in dettaglio, le domande di brevetto pubblicate dalle imprese sono percentualmente molte di più in provincia di Perugia (86,4%, mentre le domande presentate da soggetti privati sono il 13,6% del totale) che in quella di Terni (63,6%, con la percentuale dei soggetti privati che è alta, pari al 36,4%) (vedere Tabella 3 e Grafico 2).

I settori tecnologici interessati

A livello di settori tecnologici interessati, nelle domande umbre di brevetti a fare la parte del leone sono le tecnologie della meccanica e dei mezzi di trasporto (23 domande di brevetto su 41 totali), peraltro concentrate per intero in provincia di Perugia. Con otto domande di brevetto seguono le tecnologie chimico-farmaceutiche (quattro nel Perugino e altrettante nel Ternano), mentre con due brevetti ciascuna ci sono le voci “tecnologie elettriche/elettroniche” e “tecnologie strumentazione e controllo”.

Guardando alle domande umbre nell’ambito delle Key Enabling Technologies (KET), che, per la loro applicazione a un gran numero di attività produttive sono fondamentali per la competitività delle imprese, sono appena due, afferenti alla voce  “Advanced Manufacturing Technologies”, e anch’esse tutte appannaggio della provincia di Perugia. (vedere Tabella 4)

Ed è sulle Key Enabling Technologies che l’Umbria marca un forte ritardo rispetto alla media nazionale, dove, con un totale di 985 pubblicazioni dell’EPO, esse hanno raggiunto il 21% del totale, con un aumento dell’8% rispetto al 2021. In Umbria invece nel 2022 pesano solo per il 4,9% sul totale delle pubblicazioni di brevetti. Un ritardo su cui riflettere e sul quale agire, perché come detto le Key Enabling Technologies sono fondamentali per la competitività delle imprese.

Condividi