Sembra proprio che né la conferenza stampa di fine anno della Giunta né il bollettino di propaganda inviato nelle case dei gualdesi dal Sindaco, siano stati così convincenti come era nelle speranze di questi signori. E’ oramai chiaro a tutti che le autocelebrazioni non servono a niente in questo momento difficile per la nostra Città, nascondono invano la realtà delle cose e sono controproducenti: i problemi si affrontano di petto e non si rimuovono come polvere sotto i tappeti brillanti e luccicosi del battage della pubblicità politica di scuola berlusconiana.
La crisi di credibilità del Sindaco e della Giunta si sconta su un terreno per loro inusuale ed imprevisto, visti i protagonisti: anche gli operatori del commercio, a partire da quelli del centro storico, sono voluti scendere in campo per dichiarare, neanche tanto fra le righe, di essere stati turlupinati da questo governo cittadino che li ha sbeffeggiati al pari di Brunetta con i cosiddetti bamboccioni.
E se hanno scomodato addirittura il Presidente della Confcommercio per invitare la Giunta a più rispetto per i commercianti e a mettere in campo una vera politica di rivitalizzazione del centro storico, c’è proprio di che preoccuparsi e tremare.
Le parole di Aurelio Pucci sono sagge e razionali, anche dure e determinate. Esse contribuiscono a rimettere in ordine l’agenda delle questioni che si pongono per restituire al centro storico una dignità economica e sociale, per restituire ad esso la sua predisposizione naturale a costituire l’anima e il cuore di una cittadina dell’Umbria come la nostra, per esaltare la funzione non secondaria, sociale e di servizio di prossimità, del piccolo commercio.
Siamo senz’altro con lui ed i suoi rappresentati allorquando sottolinea l’insufficienza degli interventi messi fin qui in campo dall’Amministrazione comunale. Siamo senz’altro con lui quando richiama a cambiare l’atteggiamento supponente, autoreferenziale ed insofferente della Giunta e sottolinea la necessità di assumere quale priorità politico-amministrativa decisiva la questione del centro storico e porre una conseguente determinazione ad agire quel complesso di politiche integrate che prendano in considerazione ogni aspetto utile a rilanciare la vita economica e sociale del centro.
La riapertura di un confronto sulle attività commerciali locali, per un loro sviluppo equilibrato e per affrontare meglio ed insieme la crisi di molte fra loro, da noi di recente invocata proprio con l’obiettivo di giungere ad una nuova programmazione pubblica, partecipata ed integrata per questo settore economico, altrimenti condannato all’anarchia, è anche nelle corde della Confcommercio e non poteva essere altrimenti.
A questo fine, non prima però di aver adeguatamente rimarcato che per primi abbiamo condannato l’incredibile atteggiamento della Giunta nei confronti di questa problematica e le parole sprezzanti dell’assessore Pompei, serve anche riporre lo spirito della polemica sterile ed anche in questo il Presidente Pucci ha ragione.
Possiamo avere idee comuni o divergenti sulle cause, sulle strategie da adottare, sui singoli aspetti ma confrontiamoci, per il bene della nostra Città. Questo è peraltro lo spirito con cui fin dal primo momento abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno, in discussione nel prossimo consiglio comunale sempre che i consiglieri e la Giunta reputino opportuno dedicarvi mezz’ora del loro tempo prezioso: siamo partiti dalla questione delle aperture festive per riaprire un confronto ed una riflessione mirata sul commercio, chiedendo tra l’altro al Sindaco di dedicare una seduta specifica ad esso e allo stato delle attività in questa fase di rivolgimento profondo che le riguarda e le investe.
Noi siamo pronti a questo confronto e abbiamo avanzato la proposta di un Piano del commercio locale, da approfondire, integrare, rendere permeabile alla partecipazione insopprimibile degli operatori e delle loro associazioni, dei consumatori e dei rappresenti di chi presta lavoro in questo settore.
Per far capire dove vogliamo arrivare facciamo un esempio. Il nodo degli affitti e del loro costo è una questione economica cruciale che attiene la sostenibilità delle attività in questo settore. Le rendite immobiliari e degli affitti hanno spesso i caratteri della speculazione, in alcuni casi di un vero e proprio strozzinaggio. In questo momento di crisi, sarebbe opportuna un’azione della pubblica amministrazione che promuova una sorta di Patto sociale tra proprietari e gestori con l’obiettivo di ricalibrare gli affitti secondo gli indicatori economici più credibili, cogenti e realistici delle singole attività e rispetto all’andamento generale dell’economia locale, in un contesto che ha visto e che vede, anche da ultimo, pochi soggetti protagonisti, da proprietari, del mercato immobiliare dei locali ad uso commerciale.

Il Capogruppo
PRC – la sinistra per Gualdo
 

Condividi