di Claudio Grassi

Sabato a Roma abbiamo svolto una bella assemblea.

Nei mesi scorsi sono stato sollecitato da molte compagne e compagni a creare le condizioni per un incontro e un confronto. La cosa che emergeva da parte di tutti quelli che mi chiamavano o mi scrivevano era un senso di disagio, sia che si militasse in partiti della sinistra, sia che non si militasse da nessuna parte.

Alla fine la convocazione è partita.

È stata una bella giornata. Umanamente (per me) impagabile. Ritrovare nella stessa sala compagne e compagni che in questi anni hanno preso strade diverse ed essere contenti di rivedersi ed esprimere posizioni comuni mi ha fatto un gran piacere. 

Ma l’assemblea non è stata solo una “rimpatriata”, anche se non do a questo termine una accezione negativa. La politica vive anche di sentimenti, almeno per me, e riabbracciare persone che non vedevo da anni è stato importante.

Gli interventi, una trentina, e i partecipanti, un centinaio, hanno discusso di tante cose. In particolare la guerra e la carenza di mobilitazione contro di essa, la drammatica questione sociale che vive il nostro paese con 6 milioni di poveri e con i salari, gli stipendi e le pensioni erosi dalla inflazione. La crisi ambientale che ci rimanda a una sistema economico, quello capitalistico basato sul profitto, che ne è la causa. La necessità di riportare concetti antichi, ma ancora attualissimi: conflitto di classe, redistribuzione della ricchezza, lotta al patriarcato, dagli scantinati della politica alla superficie.

Voglia di parlare, di raccontare quello che si fa nel proprio territorio. Bisogno di capire le ragioni profonde della crisi della sinistra e della politica.

Ed ecco che emerge una mappa interessante: in diverse regioni nascono associazioni della sinistra in cui compagne e compagni svolgono il loro lavoro politico, in alcune città sono attivi centri culturali che cercano di ovviare al vuoto di ricerca di approfondimento presente nei partiti della sinistra. Ma poi ci sono anche quelli che ancora in questi partiti ci stanno, in Sinistra Italiana, nel Prc, nel Pci, in Art. 1 (ma in contrasto con quelli che sono andati nel Pd), qualcuno nei 5 stelle… , ma tutti consapevoli della inadeguatezza e della provvisorietà di quella situazione. 

Che fare dunque? Impossibile risolverlo in una riunione, alla quale sono interventi anche compagni della Cgil e delle associazioni che il giorno stesso della nostra riunione manifestavano a Roma in difesa del reddito.

Una cosa però è stata decisa: questo  patrimonio non si disperde e noi, come dice Papa Francesco, non abbiamo paura. La paura che la destra ha cavalcato in questi anni facendo leva sulle fragilità e le insicurezze delle persone, che è il segno della nostra epoca.

Il collegamento tra di noi si deve espandere e consolidare. 

Per cui ci si rivede. Non più convocati dal sottoscritto, ma dai 100 che erano presenti in Via Goito a Roma sabato scorso. Ci si rivede a metà settembre in una due giorni per fare due cose: una importante iniziativa contro la guerra e precisare le nostre modalità di stare assieme. 

Grazie a tutte e tutti e se altri e altre vogliono aggiungersi battete un colpo…

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