L’Italia attraversa una crisi democratica e sociale grave e tra le più preoccupanti nel quadro della crisi europea. La tendenza alla trasformazione autoritaria del sistema politico-istituzionale appare inoltrata più che altrove. Al tempo stesso aumentano disoccupazione e povertà, non si intravede alcun segnale di ripresa economica, le politiche di austerità non vengono messe sostanzialmente in discussione. La sedicente iniziativa riformatrice del governo non mette in discussione i privilegi delle oligarchie dominanti (dall’evasione fiscale alla corruzione) e colpisce invece i diritti del lavoro, le condizioni di vita di giovani e anziani, il mondo dei migranti, lo stato sociale, l’assetto democratico parlamentare della Repubblica

Vi sono certamente processi positivi in atto: le iniziative di intellettuali democratici in difesa della democrazia e della Costituzione antifascista, la resistenza della FIOM contro le pretese padronali di smantellare il contratto collettivo nazionale, la presenza in CGIL di una sinistra plurale, le auto-convocazioni di RSU per la democrazia nelle relazioni industriali e l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni, le vertenze nelle fabbriche e nel pubblico impiego contro l’attacco alle condizioni salariali e di lavoro; la costruzione e il risultato della lista “L’Altra Europa con Tsipras” è uno di questi ma non basta.

Da questi processi positivi occorre cominciare, sapendo che una loro ricomposizione efficace è possibile solo partendo dalla centralità del lavoro e dal bisogno di una sua rappresentanza politica unitaria, prendendo atto della sproporzione tra la gravità dell’attacco ai diritti e alle condizioni di vita del mondo del lavoro e la capacità di resistenza di questo e delle sue organizzazioni.

Per avviare un’inversione di tendenza, è quindi indispensabile che la sinistra italiana trovi la capacità di un processo di ricomposizione e insieme di innovazione, per organizzare e rappresentare il mondo del lavoro.

Con questo obiettivo l’associazione Sinistra Lavoro dell’Umbria sarà a Roma, sabato 29 novembre, una manifestazione importante, ma, ovviamente, insufficiente. Occorre infatti ripensare tutto, dalle organizzazioni politiche esistenti, col resa “L’Altra Europa”, per dare vita ad una “nuova sinistra”, larga, plurale, includente, autorevole, insediata sui territori e presente nelle istituzioni nazionali, regionali e locali, in grado di incidere sulle scelte fondamentali per i lavoratori e per i cittadini.

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