ASSISI - Sulla presunta lottizzazione a ridosso dello stadio, sono stati diffusi 2 interventi in difesa della proprietà dei terreni e dell'amministrazione, contraddittori fra loro.

Il primo l’ha fornito la neo assessora Falaschi, con una difesa d’ufficio dell’amministrazione, senza però chiarire alcunché ma evidenziando, invece, la sua inesperienza e probabilmente una scarsa conoscenza delle norme urbanistiche, dichiarando infine che “la pianificazione di tale zona non era all’ordine del giorno dell’Amministrazione comunale”.

Il secondo l’ha fornito l’arch. Calderini, consorte dell’imprenditore geom. Giuseppe Bazzoffia, a suo dire chiamato in causa da alcuni commenti apparsi sia su questo blog che su altri quotidiani online (definiti - impropriamente – illazioni), la quale ha reso noto che “Il progetto di massima della lottizzazione pubblicata da Tecnocasa e dagli ”Anonimi” è una proposta protocollata al Comune di Assisi proprio perché fossero note le volontà dei proprietari di quei terreni a tutti i soggetti che lavorano alla stesura del nuovo PRG esattamente come le hanno protocollato centinaia di altri cittadini.”

Insomma: per il Comune non esiste alcuna richiesta su tale lottizzazione, mentre per il privato è stata addirittura protocollata una formale proposta. Sulle legittimità di tale modalità di attuazione degli strumenti urbanistici attendiamo che l’amministrazione comunale dia spiegazioni trasparenti. Appare però evidente, a questo punto, che le osservazioni apparse sui media non sono affatto “illazioni”.

Quanto al merito della vicenda, appare del tutto evidente che l’aspetto più importante è proprio quello politico: il fatto che “l’area citata è di fatto edificabile dagli anni 60 perché individuata dal Piano Astengo come area a servizi con costruzione di scuola dell’obbligo e parcheggi”, e che “di fatto negli ultimi 50 anni nessun soggetto pubblico o privato ha avuto alcun interesse nella realizzazione”, non comporta affatto la necessità o l’obbligo di modificarne la destinazione d’uso trasformandola a residenziale.

Tale area, infatti, avrebbe tranquillamente potuto rimanere con destinazione a servizi o, addirittura, essere trasformata a verde privato, conservando l’uliveto.

Per quale motivo è stata trasformata in residenziale?
Questa si chiama cementificazione.

 E questa è anche la domanda alla quale non viene data risposta, ovviamente nemmeno dal gentile arch. Calderini. Alla quale vorremmo obbiettare che una scuola non la costruisce un privato, ma l’ente pubblico, e che il valore di mercato del terreno prima della modifica della destinazione d’uso era di gran lunga inferiore a quello attuale destinato a residenziale. 

P.s.: cara Angela e caro Peppe, bando alle formalità. Il vostro vittimismo appare fuori luogo. In questi 20 anni nessun imprenditore ad Assisi ha avuto gli spazi operativi che avete avuto voi. Merito, per carità, delle indiscutibili capacità manageriali e delle buone relazioni istituzionali.

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