stata presentata una mozione urgente per esprimere la netta contrarietà alle modifiche all’art. 18 proposte dal Governo Monti. Il documento dà seguito all’iniziativa omologa depositata in Regione da PRC e IDV. La mozione ha come firmatari i Gruppi PRC, PdCI, IDV e anche singoli consiglieri, come il Capogruppo dei Socialisti Catrana e il Consigliere PD Bargelli.

“Vista la gravità dell'attacco perpetrato nei confronti dell’art. 18 le forze di sinistra devono mostrarsi coese nel contrastare il tentativo di smantellare diritti consolidati dei lavoratori e conquistati in anni di lotte”. A parlare è il Capogruppo di Rifondazione Comunista Emiliano Pampanelli, primo firmatario, che prosegue: “Per questo siamo soddisfatti che, oltre Federazione della Sinistra, IDV, anche consiglieri del PD e dei Socialisti rientrino tra i promotori del documento”.

“La riforma del mercato del lavoro che è stata presentata come necessaria per cancellare la precarietà e per garantire l’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto ai giovani, per estendere gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori e per attrarre gli investimenti esteri, in realtà produce unicamente la modifica dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori”.
“Ma l’art. 18 non è certo un ostacolo allo sviluppo economico, né la sua esistenza ha mai avuto ripercussioni negative sulla produttività e sulla creazione di posti di lavoro. Tantomeno non è stato mai di ostacolo ai licenziamenti che in questi anni e con questa crisi vediamo copiosi”.
“Inoltre è inaccettabile l’atteggiamento del Governo che impone una riforma così importante senza il consenso della CGIL, che ricordiamo è il sindacato italiano con la maggioranza assoluta dei lavoratori iscritti”.

Pampanelli entra nel merito della riforma:
“Riteniamo assurda la proposta di legge così come formulata perché non prevede indispensabili risorse aggiuntive agli ammortizzatori sociali, ma solo una diversa distribuzione di quelle esistenti”.
“La modifica dell’art. 18 è inaccettabile perché mantiene l’obbligo di reintegro solo per i licenziamenti per cause discriminatorie fornendo però al datore di lavoro altre motivazioni fittizie, come quella per motivi economici che gli concederanno di aggirare le restrizioni e licenziare con facilità senza alcuna garanzia per i diritti dei lavoratori”.

“Questa riforma è quindi fortemente antisociale e assieme alle modifiche del sistema pensionistico produrrà effetti devastanti per tutti quei lavoratori ultra-cinquantenni che potranno essere licenziati facilmente e non avranno possibilità di ricollocarsi nel mercato del lavoro”.


 

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