di Emanuele Di Nicola

Non c'è il reintegro per i licenziamenti economici. Il governo non fa marcia indietro sull'articolo 18, confermando che in questi casi la riforma prevede solo l'indennizzo. Il premier Monti si limita a una rassicurazione generica, impegnandosi a combattere eventuali abusi dei motivi economici in fase di scrittura della riforma: "E' nostro dovere evitare discriminazioni con un minimo di attenzione alla stesura. Su questo mi impegno”. Ma l'esecutivo non è andato oltre nell'ultimo incontro di trattativa, oggi (22 marzo) a Palazzo Chigi. E la Cgil ha annunciato "una grande battaglia" in tutto il paese.

Oggi la riforma va in Consiglio dei ministri. Per questo il governo non ha consegnato il testo, che sarà definitivo dopo l'approvazione del Cdm. E' molto probabile che sarà una legge delega, quindi il provvedimento verrà sottoposto alla discussione parlamentare, ma anche questo diventerà ufficiale dopo la riunione dei ministri. Intanto oggi non c'è stata discussione sull'articolo 18: neanche il capitolo che riguarda la flessibilità in uscita è stato consegnato alle parti, Fornero non ha riaperto il confronto su questo punto.

Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha illustrato alle parti i singoli punti della riforma. Il contratto a progetto costerà di più, ha detto: saranno introdotte restrizioni su co.co.pro e partite Iva in monocommittenza, in generale norme per “smascherare” l'abuso di queste forme contrattuali. “Vogliamo ridurre quella parte che in realtà è lavoro subordinato – ha assicurato – l'obiettivo è perseguito con disincentivi sia normativi che contributivi”.

Fornero ha poi difeso la riforma in conferenza stampa. “L'obiettivo è contrastare la precarietà e valorizzare il contratto di lavoro a tempo indeterminato”, ha ripetuto. “Non vi parlo di flessibilità in uscita, la nostra posizione sull'articolo 18 è rimasta quella dell'altra volta”. Fornero si è "lamentata" dell'eccessiva importanza - a suo giudizio - attribuita all'articolo 18: "Occupa solo tre righe di una lunga riforma", ha detto, sfogliando il testo davanti ai giornalisti: “Non diamo alle imprese una licenza per i licenziamenti facili”. Ha annunciato quindi che l'Aspi (la nuova indennità, ndr) entrerà in vigore dall'anno prossimo.

Raffaele Bonanni, segretario cislino, ha chiesto il reintegro del lavoratore in caso di abuso del licenziamento economico. Anche in questo caso la riforma deve garantire il rinvio al giudice. “Se dal processo emergono motivi diversi da quelli economici, cioè abusi, il licenziamento deve essere considerato nullo”. Ma le sue parole vengono smentite con ironia da un tweet della Cgil. Monti ha lasciato l'incontro in anticipo: “Come avrà fatto Bonanni a parlare di art. 18 con Monti senza che il premier ci fosse?”

Fonte: rassegna.it

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