"Il governo non vuole semplicemente aggirare, come dicono ridicolmente oggi gli organi di stampa. Il governo vuole abbattere l'articolo 18 nella maniera più fraudolenta possibile. Eliminare l'articolo 18 per le assunzioni significa solo affermare il principio che per lavorare bisogna rinunciare alla tutela contro i licenziamenti." Lo afferma Giorgio Cremaschi in una nota.

"Il passaggio successivo sarà inevitabilmente quello di estendere a tutti questa aggressione alle libertà e ai diritti fondamentali del lavoro. Se per cominciare a lavorare bisogna rinunciare all'articolo 18, sarà inevitabile dopo rinunciarvi anche per poter continuare a lavorare. Si conferma così che il governo Monti segue le tesi più reazionarie in Europa sul mercato del lavoro e sull'occupazione. Quelle per cui per aumentare l'occupazione bisogna prima di tutto licenziare. Oramai è chiaro che la trattativa con il governo è solo a perdere ed è totalmente compromessa. Per il sindacato continuarla significa diventare ostaggi di quella politica economica contro cui oggi si sciopera in Belgio. A questo punto - continua Cremaschi - almeno la Cgil trovi il coraggio di rompere con il governo. In ogni caso ci si dovrà mobilitare comunque per fermare questa trattativa che preannuncia solo disastri".

Anche Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, interviene oggi sull'argomento. Sul suo profilo Facebook si legge: "Il governo vuole fare una doppia operazione: da un lato togliere l'articolo 18 per i nuovi assunti. Dall'altra togliere la titolarità del posto di lavoro ai cassaintegrati, trasformandoli in disoccupati con sussidio. La logica del governo è quella di togliere ogni vincolo alle imprese nello sfruttamento della forza lavoro. Sono più estremisti di Sacconi e Berlusconi. SABATO 11 TUTTI IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO!"

Fonte: controlacrisi.org

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