da Cronache Ribelli.

Ieri (ndr. 2/7/2022) Fausto, operaio dell'azienda Umbra Acque, è morto a Perugia ucciso dal crollo di una parete. Aveva 59 anni ed era un abitante di Resina, la frazione del comune nella quale uno di noi è cresciuto.
Oltre al profondo dolore e all’amarezza, c’è la rabbia nel vedere che, oltre ai riti di cordoglio, a nessuna istituzione interessa veramente affrontare questa strage, questa guerra che i lavoratori subiscono da sempre e che, anno dopo anno, torna a essere sempre più cruenta. Avremmo tutti i mezzi tecnologici, tutti i dispositivi di sicurezza, tutte le tempistiche per lavorare in pressoché totale sicurezza, per rendere l’errore umano sempre meno dirimente nel determinare la vita o la morte di una persona.
Invece siamo sempre e solo capitale umano, che deve correre a perdifiato l’intera vita mentre soffre nel corpo e nella mente: per essere produttivo, per restare sul mercato, per sopravvivere.
Lo scorso anno oltre 1200 persone sono morte sul lavoro o mentre si recavano/tornavano da esso. Poi ci sono i malati, i mutilati, gli invalidi, e tutti quelli - la stragrande maggioranza di noi - che da dipendenti, singole partite iva, lavoratori a progetto e via dicendo sono logorati dentro da questa vita.
Una vita figlia di un modello economico, politico e culturale sbagliato.
Noi continuiamo a pensarla sempre allo stesso modo.
Noi vogliamo che tutti i Fausto del mondo tornino a casa ogni giorno dalle proprie famiglie, dai propri amici, dalle proprie comunità.
Noi vogliamo un mondo nel quale le persone non competano ma cooperino nel lavoro e nella società, nell'interesse generale e per costruire ricchezza e benessere che siano a disposizone di ogni essere umano.

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