L'ALTRA EUROPA - PERUGIA saluta con grande interesse l'appuntamento che un significativo numero di quadri operai di fabbrica e di Rsu della CGIL di diversi comparti produttivi ha indetto per Mercoledì 24 settembre a Perugia, presso la sala Partecipazione del Consiglio Regionale.

Proprio perché vediamo in tale appuntamento un segnale positivo di consapevolezza e coraggio da parte di una rappresentanza importante di realtà produttive e di terziario, intendiamo parteciparvi, prima di tutto per ascoltare, ma anche per apportare il nostro sostegno politico e il nostro contributo di idee e di proposte.

La gravità della crisi economica - che ha già prodotto in Umbria oltre 50.000 disoccupati e cassintegrati - e della crisi di rappresentanza, anche sindacale, è tale che -riteniamo- non debbano essere esclusi, né tantomeno banditi, momenti, forme e meccanismi di rappresentanza e di azione capaci di agire dentro e/o fuori il sindacato stesso, se l'intento è quello di meglio organizzare e dare voce ai lavoratori e a tutta l'area polverizzata e indifesa del lavoro precario. Proprio perché il mondo del lavoro -vergognosamente abbandonato in questi anni anche dalla ormai ex sinistra- ha bisogno di uno scatto di reni, proponiamo una sorta di Patto di resistenza che provi a rompere la supina accettazione delle politiche liberiste che sta trasformando il sindacato -compresa la stessa CGIL- in una struttura di servizi, non più strumento di partecipazione, organizzazione e lotta dei lavoratori, quanto mai necessario oggi per contrastare le scelte del governo Renzi.

In proposito, le forze da coinvolgere per ridare forza e prestigio all'azione sindacale ed imporre la questione del lavoro e di chi lavora quali temi centrali dentro la battaglia politica odierna non mancano: intorno alle fabbriche che resistono, varrebbe la pena tentare di ricomporre tutto quello che la crisi divide: studenti e precari (che spesso vivono all'interno della stessa persona), vecchi e giovani, uomini e donne, rappresentati e non rappresentati, indigeni e migranti, alla ricerca di un'unità contro la crisi. Ci preme altresì sottolineare che da questa crisi sarà possibile uscire solo se saremo in grado di proporre un nuovo tipo di crescita e di sviluppo, basati su buona e sicura occupazione, su un diverso e più attento utilizzo delle risorse del pianeta, che metta in discussione i meccanismi di redistribuzione della ricchezza, su un nuovo modello di società ove al primo posto devono stare i bisogni sociali più profondi, a partire dal risanamento e tutela del territorio, dalla produzione di beni realmente utili, dalla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, dal rilancio della partecipazione e dall'ampliamento della democrazia.

L’Altra Europa con Tsipras, Comitato di Perugia

 
 
 

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