di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Negli anni che vanno dal 1942 al 1948 due città umbre, Perugia ed Assisi, attraverso i contatti con altri centri della vicina Toscana, ebbero modo di svolgere un ruolo fondamentale (anche se oggi per larga parte dimenticato) nel passaggio dalla dittatura fascista alla democrazia repubblicana.

Ricapitoliamo i fatti. Costretto a dimettersi dall'impiego di segretario alla Normale di Pisa per le sue posizioni pacifiste e nonviolente, Aldo Capitini tornò in famiglia nella casa sotto la torre campanaria di Palazzo dei Priori, che il padre aveva in uso in quanto custode e campanaro.  Qui, da una piccola stanza che i visitatori descrivono come zeppa di libri e di carte, con una visione che spaziava fino al Monte Subasio, il filosofo gandhiano cominciò a tessere una rete di oppositori al declinante regime, e a riflettere con loro su quale dovesse essere la conformazione politica e sociale del nostro Paese, non appena fosse terminata la sciagurata guerra in cui l'aveva precipitato la follia del Duce e la complicità del Re. Gli fu allievo ed amico, primo fra i molti corrispondenti e collaboratori, Walter Binni, anch'egli normalista, destinato a diventare uno dei più noti studiosi della letteratura taliana, fine esegeta di Giacomo Leopardi.

I due amavano fare lunghe camminate sui colli circostanti; e sovente si spingevano - a piedi – fino ad Assisi, per andare a trovare Alberto Apponi, che nella città serafica svolgeva il ruolo di pretore. Fu nel corso di queste passeggiate che Capitini e Binni, con il contributo di Guido Calogero che veniva ad aggiungersi da Firenze, elaborarono il concetto di liberalsocialismo, come sintesi delle due ideologie che avevano dominato l'Ottocento e la prima metà del Novecento, in opposizione alle dottrine totalitarie del nazi-fascismo e del comunismo sovietico; ed è verosimile pensare che questo a questo tragitto si siano ispirati molti anni più tardi nell'ideazione e nell'organizzazione della prima Marcia della Piace. E fu a casa di Apponi (presente fra gli altri Norberto Bobbio) che prese corpo la proposta di dar vita ad una formazione politica che si richiamasse agli ideali mazziniani del nostro Risorgimento, cui non a caso fu dato il nome di Partito d'Azione.

Poi le strade dei protagonisti di quella stagione si divisero: Apponi divenne capo dal CLN provinciale, e condivise la breve esperienza azionista; Capitini portò avanti la sua prospettiva di democrazia partecipata, o come egli stesso la chiamò di onicrazia; Binni fu eletto deputato alla Costituente per il PSI e a buon diritto può perciò essere ricordato come uno dei padri costituenti della nuova Italia. 

A ricordare questi fatti l'Associazione Porta Santa Susanna ha destinato uno dei suoi incontri, che riveste carattere di eccezionalità per i personaggi che porteranno la propria diretta tesimonianza: Francesco Apponi figlio di Alberto, Lanfranco Binni figlio di Walter, Francesco Innamorati che partecipò al CLN giovanile. Li introdurrà Franco Bozzi, coordinatore del ciclo. L'appuntamento è per domani venerdì 21 novembre alle ore 21 nella sede di via Tornetta 7 (adiacente al Parcheggio Pellini). L'ingresso è libero, tutti sono cordialmente invitati.

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