La frittata è fatta. Fedeli se ne è andato sbattendo la porta e lanciando sparando bordate all'indirizzo di un bersaglio ben preciso: "un dipendente", come lo ha definito. Dopo l'intervista rilasciata ad Ettore Bertolini, che trovate su www.tifogrifo.com, ieri durante la trasmissione Contropiede, ha rilasciato ancora dichiarazioni al vetriolo: “Non me la sento di continuare. La motivazione? Mi sarei aspettato che qualcuno avesse preso le mie difese durante la contestazione, invece nessuno ha mosso un dito”. “Mi dispiace ma non ho intenzione di farmi insultare dopo quello che ho fatto per il Perugia – aveva detto Fedeli -. Di sicuro chi ha organizzato tutto questo è in malafede e si prenderà le sue responsabilità, non gliela perdonerò. Con questi personaggi in futuro non si andrà molto lontano. Una contestazione totalmente fuori luogo, dopo che abbiamo vinto tutto. La mia posizione al momento? Molto dubbia, più sull’andarmene che sul rimanere, tutto ciò mi lascia molto perplesso. La nota di solidarietà della società? Un contentino, ma il fatto rimane al di là di tutto. Io fondamentale per il Perugia? Di fondamentale non c’è nessuno, posso solo dire di essere un socio che fa tutto con passione e probabilmente non è stato apprezzato per quello che ha fatto. Devo comunque ringraziare tutti i ragazzi del Perugia, in questa stagione sono stato benissimo".

A "Il Messaggero" oggi Fedeli ha rilasciato un'intervista sullo stesso tono, ribadendo la convinzione che la contestazione, a suon di offese pesanti in presenza dei suoi familiari, sia stata preparata e confezionata da altri. Fedeli ribadisce che la sua volontà era quella di investire ancora di più nel Perugia, ma non gli sarebbe stato consentito, perché la sua immagine era troppo forte e faceva ombra a qualcuno.

Allontana i dubbi sul Presidente Damaschi (che però, si intuisce, secondo quanto affermato da Fedeli, avrebbe dovuto fare qualcosa in più per difenderlo durante la contestazione), anche perché lo stesso Fedeli ha più volte ribadito la assoluta indisponibilità a ricoprire cariche di vertice, quindi non avrebbe potuto costituire un "pericolo" per la leadership di Damaschi.

Evidentemente i giudizi, non proprio lusinghieri, sull'operato di Arcipreti e i dubbi sulla riconferma di Battistini in panchina tra i professionisti, sono stati gli elementi che hanno fatto degenerare la situazione, sfociata con i cori degli Ingrifati a Spoleto. Non è stato quindi il presunto rinnovato interesse, mai confermato, per i colori rossoverdi a condannare Fedeli agli occhi di una parte dei tifosi, né l'ipotesi di piazzare in panca Cerezo o in campo Ricchiuti, notizie che non sono rimaste secretate a lungo, nonostante le raccomandazioni di Fedeli ma, come si legge in un comunicato diramato dallo stesso gruppo ultrà, il modo con il quale il socio di minoranza commentava negativamente l'esito degli incontri, il gioco della squadra o il fatto che, a parere suo, giocavano solo alcuni, mentre giovani di buone capacità restavano in panchina.

Magari ha pagato il modo di apparire sempre scontento ed eccessivamente critico. Non ci sentiamo di biasimarlo, in fondo pochi o tanti che fossero, i soldi ce li ha messi anche lui, e all'uscita dello Stadio in molti spesso storcevano il naso, per una vittoria striminzita o una gara giocata a metà.

Su una cosa concordiamo con gli Ingrifati: Fedeli non se ne è andato per i cori, o per un articolo di giornale, o per il commento di un opinionista in TV. Fedeli se ne è andato per qualcosa di più grave, che dovrebbe farci preoccupare se questa fosse la strategia, alla Bruto o Cassio, di qualche personaggio che orbita intorno alla Società.

Speriamo che i soci destinati a subentrare a Fedeli sappiano portare quel contributo economico indispensabile ed importante per affrontare la Serie C, come si era dichiarato disposto a fare l'ormai ex-socio, che ha previsto una spesa, per la serie C, di oltre due milioni di euro (come si legge nell'articolo sul Messaggero di oggi). Mica bruscolini.

Infatti dalle dichiarazioni di Damaschi si intuisce che la Società preferirebbe disputare la C2 che non la C1, per non fare il passo più lungo della gamba. Giustissimo. Bisognerà vedere come i tifosi (i soliti) prenderanno la notizia della rinuncia di iscriversi ad una possibile C1 per motivi di bilancio. Non è che poi qualcuno rimpiangerà chi non c'è più? Oltretutto sempre per questioni di bilancio, bisognerà investire sui giovani, costruirci una squadra con appena qualche senior, di contorno. L'esperienza di Fedeli, unico tra i soci ad averne maturata tra i Pro, alla guida di società importanti, proprio non serviva?

MC www.forzaperugia.net
 

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