di Claudio Carnieri.

Oltre la tristezza enorme della perdita,della forza del suo stile,dell'apertura del suo sguardo critico ,la scomparsa di Rossana Rossanda ci interpella nei segni più profondi della nostra militanza,e nei percorsi del nostro impegno politico.
Per me il primo incontro fu nel 1962,in estate, alle Frattocchie, in un corso di studi prima di andare all'università, un passaggio fondamentale della mia formazione.Rossanda vi tenne una lezione su cultura classica e scientifica,tema che ci appassionava in quella fase della storia passata.
Al liceo classico ternano avevamo stampato un giornaletto che chiamammo Antisigma.
Dopo il dibattito ci fermammo a discutere,affascinati da quel suo stile dialogico,attento,ma anche dal profilo della sua bellezza austera,asciutta....
Sentivi un bagaglio culturale forte,che ti diceva quanto il terreno del Pci fosse saldo e sicuro.
A dirigere le Frattocchie vi era un personaggio straordinario,per cultura e storia politica,Loris Gallico,al quale debbo non poco della mia formazione in quella fase.Non a caso in questa tempere Rossanda era stata chiamata a dirigere la commissione culturale centrale del Pci,e uno dei temi di quelle settimane fu proprio il tema del policentrismo,lanciato da Togliatti,qualche tempo prima nel movimento comunista internazionale.
Ricordo la lezione di Lucio Magri,su sindacalismo e movimento cattolico e non poche discussioni sullo sviluppo italiano.
In Umbria era in elaborazione il primo Piano Regionale di Sviluppo, e nello stesso anno La Malfa aveva scritto la sua Nota Aggiuntiva al Bilancio rilanciando i temi della Programmazione....
Aldo Capitini l'anno prima aveva guidato la prima Marcia della Pace Perugia Assisi e nel 1963 Togliatti decise di fare a Perugia alla Sala dei Notari il Convegno Nazionale delle Regioni Rosse...
In questa fase della mia vita incontrai Rossanda e di in tante altre occasioni della storia del Pci,fino a quella.nascita del Manifesto che non condivisi anche nel dibattito al Comitato Centrale nel quale fui eletto nel 1969,sulla proposta di Luigi Longo.
E tuttavia gli scritti di Rossanda ,gli arricchimemti della sua elaborazione,mi hanno costantemente accompagnato,in molti momenti,penso al volume scritto con Pietro Ingrao sulla fine secolo, e insieme a tante altre piste di riflessione di quel peculiare Gruppo che ha storicamente diretto il Manifesto,da Luciana Castellina a Luigi Pintor,a Lucio Magri e alle intense pagine del suo "Sarto di Ulm", che presentammo a Perugia, quando si avvertiva profondissimo tutto il suo travaglio.Ecco la lezione che è venuta da Rossana Rossanda a quelli della mia generazione,legati di più alla tradizione togliattiana del Pci: studiare, studiare per capire, tenere il filo di una cultura critica, a cominciare dal marxismo, ma non stancarsi di interrogare la realtà, a cominciare dalla rivoluzione della libertà femminile,e poi tenere il fronte dei cambiamenti del mondo,lontano da tante forme di acquiescenza e conformismo.

Addio,pensatrice e militante della sinistra,riferimeto austero ed esigente!
 

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