Acquisto palazzine, stanziati 6mln. E Bonus affitti ai proprietari sale a 9.300

PERUGIA - Sono 6 i milioni di euro che l'assessorato alla Casa della Regione mette in campo per acquistare palazzine da destinare ad alloggi a canone sociale per le famiglie che, benché inserite nelle graduatorie degli alloggi Ater (Agenzia territoriale per l'edilizia residenziale), ancora non hanno l'abitazione. Con la cifra stanziata si stima che gli alloggi acquistati - lo farà l'Ater grazie al finanziamento regionale - saranno circa 150. Gli acquisti avverranno nei 12 comuni umbri inseriti nell'elenco di quelli "ad alta densità abitativa": Amelia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Narni, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni, Todi e Umbertide.
Sul fronte dell'incentivo economico ai proprietari che non sfrattano gli inquilini, invece, il bonus che la Regione intende erogare sale a 9mila 300 euro, rispetto ai 9mila di cui si era parlato.Sono alcune delle novità che emergono dal lavoro che in questi giorni stanno compiendo i tecnici dell'assessorato regionale alla Casa con l'assessore Stefano Vinti. Come anticipato su queste colonne, la definizione tecnica dei due importanti provvedimenti sarà completata entro luglio, mentre i bandi saranno pubblicati a settembre. Dal momento della pubblicazione del bando, è emerso - altra novità - che ci saranno 75 giorni per presentare domanda.Acquisto palazzineA questo punto il quadro del bando che uscirà a settembre per l'acquisto delle palazzine è praticamente completo. Ecco gli elementi più importanti.L'obiettivo. Acquistare palazzine da destinare, a canone sociale, a famiglie inserite nelle graduatorie Ater, ma che non sono riuscite a rientrare all'interno del numero di alloggi disponibili.Stanziamento. L'impegno finanziario sarà di 6 milioni di euro.
Le condizioni. L'Ater, con i fondi della Regione, acquisterà palazzine che abbiano libero almeno l'80% degli appartamenti; le palazzine dovranno avere un minimo di 4 appartamenti; il prezzo che verrà pagato non dovrà superare i 1.300 euro a metro quadrato; si potranno acquistare anche palazzine da ristrutturare, a condizione che la ristrutturazione non riguardi parti strutturali dell'edificio. In questo caso, il proprietario deve presentare un elenco dei lavori di ammodernamento da effettuare, che verranno scomputati dall'importo complessivo da pagare da parte dell'Ater.La grandezza. Rispetto alla prima ipotesi di 90 metri quadrati netti, ossia calpestabili, la grandezza aumenta di 5 metri quadrati. Gli alloggi della palazzine, quindi, dovranno essere di circa 95 metri quadrati netti.La priorità. Tra le palazzine offerte, la priorità verrà data a quelle ubicate nei centri storici. «Questo perché - afferma l'assessore Vinti - con questa operazione vogliamo aumentare la disponibilità di abitazioni a destinazione sociale nei comuni ad alta intensità abitativa della regione, ma anche rivitalizzare i centri storici attraverso l'insediamento di nuclei familiari».
Bonus a chi non sfratta La novità principale rispetto al bando promosso lo scorso anno (col quale sono stati messi in contatto un centinaio di inquilini sottoposti a procedura di sfratto e altrettanti proprietari che hanno ricevuto contributi a fondo perduto per la locazione degli appartamenti) è che, stavolta, si vuole intervenire prima che lo sfratto sia esecutivo. L'idea è infatti quella di "convincere" il proprietario a non procedere con lo sfratto e a rinnovare il contratto all'inquilino, cercando di incentivare l'adozione di canoni concordati. La novità rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi su queste colonne è che, complessivamente, il bonus al proprietario aumenta da 9mila a 9mila 300 euro.Il meccanismo.
La Regione pagherà immediatamente il 50% della morosità maturata (fino a un limite di 5mila euro); altri 3mila verranno erogati al proprietario a sostegno dell'affitto: altri mille euro per fronteggiare le spese legali sostenute. Fin qui quello di cui si era parlato durante l'incontro tra Vinti, i sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet-Cisl, Unione inquilini, Uniat-Uil), quelli dei piccoli proprietari (Aspppi, Appc, Uppi), Ater e Legacoop.A questa cifra complessiva di 9mila euro vengono aggiunti 300 euro qualora il proprietario, nel ristipulare il nuovo contratto di locazione con l'inquilino (contratto che, lo ricordiamo, deve essere a canone concordato), stabilisca l'importo del canone al livello più basso. Il contratto di locazione a canone concordato, infatti, prevede un importo minimo e uno massimo, all'interno dei quali proprietario e inquilino fissano il prezzo della locazione.
da Il Giornale dell'Umbria

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