È ancora lontano dalla posa della prima pietra il cantiere del centrosinistra. Antonio Di Pietro, dopo aver accusato il Pd di ambiguità davanti alla platea Fiom, anche ieri non ha mollato la presa chiedendo chiarezza sulle scelte a Pier Luigi Bersani. Altrimenti «è meglio non proporre alleanze». Ma se l'Idv sembra sempre più lontano, Nichi Vendola si mette «a disposizione» delle primarie e non esclude di arrivare a sciogliere Sel per un nuovo soggetto con sindaci e intellettuali di sinistra.

Nel Pd cresce il malumore verso Di Pietro, che dopo aver votato la fiducia al governo Monti ha preso la via della protesta e dello 'smarcamento' dall'alleato. Se poi è vero, come raccontano i rumors, che il leader Udc Pier Ferdinando Casini avrebbe, tempo fa, chiesto la testa dell'ex pm come 'condicio sine qua non' per ipotizzare un'alleanza alle elezioni, si capisce il pressing sempre più serrato dei moderati del partito, da Enrico Letta ai veltroniani, per chiudere il rapporto con Di Pietro.

Bersani, dal canto suo, anche in attesa di capire quale sarà la legge elettorale, ha sempre cercato di non chiudere porte a nessuno, nello schema dell'alleanza tra progressisti e centristi, ma gli attacchi del leader Idv rischiano di rendere irreparabile la frattura. Anche perchè Di Pietro rincara la dose e sostiene che il Pd «la butta in caciara» quando respinge come offese o calunnie le sue critiche. «La questione - sottolinea il leader dell'Idv - non riguarda l'educazione ma le scelte politiche concrete», dal voto sull'emendamento Idv al ddl anticorruzione per ripristinare la concussione per induzione all'ok alla fiducia sulla modifica dell'art.18 fino alla «legge-bluff» sul finanziamento ai partiti.

Se l'Idv sembra cercare nuove vie, al fianco del Pd resta il governatore pugliese Nichi Vendola, che prova ancora a fare da paciere tra Di Pietro e Bersani, pur con alcune critiche ai democratici. «Lo stile di Di Pietro è rude e talvolta propagandistico tuttavia continuo a pensare che il mondo che rappresenta sia un valore aggiunto per il centrosinistra», sostiene il leader di Sel dubbioso che alla fine l'ex pm lasci il centrosinistra. Per costruire l'alternativa alle destre, Vendola non esclude niente, neanche di 'chiudere' il suo partito perchè «come dissi al congresso di fondazione, più che il partito mi interessa la partita per uscire dall'egemonia della destra».

Il progetto vendoliano, in tempi di antipolitica e liste civiche è «la costruzione di un nuovo soggetto plurale, popolare, della sinistra del futuro così come lo evocano gli intellettuali di Alba e i sindaci, da Pisapia a Emiliano, de Magistris, Zedda, Orlando».

Da: controlacrisi.org  - Fonte: L'Unità

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