di Arm.Alle.

 

PERUGIA - La Orte-Mestre si farà. Lo ha deciso il Cipe lo scorso 8 novembre. E la spesa sarà di 10 miliardi di euro. L’opera prevede la trasformazione in autostrada (396 chilometri) dell'attuale E45 Orte-Cesana e della sua prosecuzione, la Ss 309 Roma Cesena-Mestre, un'opera dal costo aggiornato di 9,844 miliardi di euro (7,2 miliardi di costo dei lavori e 2,644 di oneri finanziari) da realizzarsi in concessione di costruzione e gestione, cioè in project financing.

La notizia, di per se, ha fatto scalpore. C’è chi da un lato è contento che “finalmente” la E-45 diventi autostrada e chi non ne vuole nemmeno sentir parlare e chiede una messa in sicurezza del tratto stradale.

Su Facebook, immediatamente dopo la conferma della decisione del Cipe, è nata la pagina “NO alla trasformazione della E45 in Autostrada” che nel giro di 24 ore ottenuto più di 800 adesioni. Tanti i cittadini e i rappresentanti delle amministrazioni umbre contrari alla trasformazione dell’E-45 in autostrada.

L’assessore regionale Stefano Vinti, ad esempio, scrive così: “E45,trasformata in autostrada da Orte a Mestre, alla Modica cifra di 10 miliardi di €. Una assurdità totale! Infrastruttura del secolo scorso. Ancora soldi per la mobilità privata su gomma, mentre si chiude il Trasporto Pubblico Locale e non c’è traccia delle autostrade del mare per il trasporto delle merci. Le risorse per la banda larga? dicono che non ci sono...Le risorse per mettere in sicurezza il territorio? Dicono che non ci sono...Le risorse per abbattere le barriere architettoniche? Dicono che non ci sono...Le risorse per le piccole opere dei comuni? dicono che non ci sono...Le risorse per le case popolari? Dicono che non ci sono...Le risorse x il Reddito Minimo Garantito? Dicono che non ci sono....Sono dei fottuti bugiardi!!! Invece, basterebbe mettere in sicurezza la E45,risparmiando e salvaguardando l'ambiente e il paesaggio. Con l'autostrada la 'verde Umbria' diventerà una camionabile”.

Della Vecchia, segretario regionale di Rifondazione Comunista, invece scrive: “La trasformazione della E45 in autostrada è un’ipotesi sciagurata da contrastare con forza, in quanto incarna un’idea di sviluppo ormai fuori dal tempo e che scarica i costi di un’opera inutile e faraonica completamente sulle spalle (e sulle tasche...) di cittadini e lavoratori”.

Così come, contrario, il consigliere regionale Idv, Oliviero Dottorini e Legambiente Umbria. Dottorini a riguardo ha dichiarato: “Non hanno idea dei danni che stanno facendo. E il bello è che se ne vantano pure". “La notizia – ha detto - è di una gravità assoluta ed è il frutto avvelenato di un governo che non ha idee e che continua a gettare al vento risorse che avranno come unico risultato quello di devastare la nostra regione senza alcun ritorno in termini di sviluppo e competitività”.

E se c’è chi si oppone con forza al progetto, c’è anche chi lo vede come una ventata di rinnovamento. È infatti Confimi che plaude alla decisione del Cipe: “Confimi Impresa Umbria e Aniem Umbria  - scrive - esprimono grande apprezzamento per l'impegno del Governo e in particolare per il Sottosegretario Umbro, Rocco Girlanda, perché finalmente, dopo tanti rinvii, questa importante infrastruttura avviasse il percorso definitivo verso la realizzazione. La nostra regione potrà contare su una rete infrastrutturale all'altezza delle aspettative del tessuto economico e produttivo; finalmente la viabilità non costituirà più una barriera per coloro che vorranno venire nella nostra regione o per le imprese che potranno trasportare, con una competitività finora negata, i propri prodotti verso i mercati”.

Commenti a parte, si conosce davvero la storia del maxi progetto da 10 miliardi di euro? Su questo cerca di fare chiarezza il Fatto Quotidiano che scrive: “il ministro Lupi sblocca l’autostrada Orte-Venezia che vale 10 miliardi: i lavori andranno all’azienda di Vito Bonsignore, ex Udc protagonista di tangentopoli”. Ed ecco che si sbloccano le grandi opere per i grandi amici. “Con un’invidiabile dose di ottimismo – scrive il Fatto – dicono che i lavori partiranno tra due anni e saranno completati nel 2021. C’è da dubitarne parecchio visto l’andazzo italiano”. Anche perché la sfida di trovare privato disposto a investire 9,8 miliardi di euro in questa fase di incertezza per le prospettive del paese, e soprattutto del traffico stradale e dei trasporti pesanti è più che ardua.

Tante incertezze e tanti rischi. Anche se alcune cose appaiono sicure: in primo luogo i 380 km di asfalto che taglieranno 5 regioni costeranno 10 miliardi, vale a dire 4 miliardi in più di quelli preventivati per la realizzazione dello Stretto di Messina. In secondo luogo, nonostante il progetto sarà realizzato in concessione di costruzione e gestione, cioè in project financing, lo Stato sborserà una cifra di uguale entità che peserà sul debito per circa 15 anni. Terza certezza: gli automobilisti che viaggeranno su quel tratto di strada contribuiranno pagando un pedaggio. Altra certezza è che l’”affaire E-45” “è destinato a finire in bocca a Vito Bonsignore, il finanziere-costruttore-politico che per primo ha presentato il progetto assicurandosi un preziosissimo diritto di prelazione che varrà oro al momento della gara europea per la scelta dell’azienda che dovrà realizzare l’opera”.

Ma chi è Bonsignore? “E’ uno dei protagonisti – scrive il Fatto – della tangentopoli di vent’anni fa e vanta una sfilza di procedimenti giudiziari lunga mezza pagina, condannato in via definitiva a due anni per corruzione e turbativa d’asta”.

Ultima certezza è che “il ripescaggio della mega opera avviene con ministro delle Infrastrutture uno dei politici più vicini a Bonsignore, il ciellino Maurizio Lupi, ovviamente desideroso di legare il suo nome ad un’opera destinata a restare nella storia d’Italia. Tutto ciò dimostra che il governo dalle larghe intese è vivo e vegeto e molto reattivo quando si tratta di affari con nove zeri”.

Twitter: ArmAlle

 

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