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La certezza: il trattamento termico dei rifiuti che non andranno in differenziata si svolgerà nel perugino, ovvero nell'Ato 2 dei rifiuti che dal Lago Trasimeno si estende proprio fino al capoluogo. Lo ha deciso la Giunta regionale adottando il piano dei rifiuti regionale. Altra certezza: il futuro impianto sarà ospitato sul territorio di Perugia dato che sia il Comune che la Gesenu - l'azienda che potrebbe vincere la gara d'appalto europea per la gestione di rifiuti - ne hanno fatto richiesta mostrando già capacità e mezzi in grado di interagire con il futuro impianto. Altra certezza: il futuro impianto di trattamento termico dei rifiuti non entrerà in vigore prima del 2013. Questi sono i tempi tecnici per la costruzione e individuazione delle risorse economiche. Fino a qui le certezze che possono piacere o no, ma che in fin dei conti sono state deliberate e realisticamente possono essere messe a regime. Le incertezze: Non è dato sapere se il trattamento termico riguarderà un tradizionale termovalorizzatore (ovvero bruciatore con numerose brutte storie alle spalle), o una torcia al plasma o un rigassificatore. O altro ancora. Indiscrezioni parlano di un viaggio in Giappone dell'assessore Bottini per studiare dei rigassificatori di nuovo generazione. Le incertezze 2: Non è dato sapere se l'Umbria si farà carico soltanto di trasformare in energia i propri rifiuti dei quattro Ato regionali. O prenderà commesse da fuori regione. Le incertezze 3:Se entro il 2013, ad impianto realizzato, la raccolta differenziata non raggiungerà il 65 per cento del totale e con le discariche ridotte all'osso (ne resteranno tre), l'eccesso di rifiuti sarà soggetto a sistema di trattamento termino? Le incertezze 4Chi gestirà l'impianto gestirà anche la raccoltà differenziata? E chi vigilerà sui quantitativi di differenziata e di quelli utilizzati per il trattamento termico? Condividi