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Il capogruppo regionale del Pd, Gianluca Rossi, commenta l’indagine pubblicata ieri sul Sole 24 Ore, riguardante la graduatoria dei redditi di regioni, province e comuni, che “conferma il dato allarmante di un paese ‘spaccato in due’ - afferma – vale a dire diviso tra le regioni più virtuose, che quindi accumulano reddito (prevalentemente localizzate nel Nord-ovest) e le regioni del Mezzogiorno, che arretrano in modo preoccupante”. “In questo quadro – continua Rossi - va salutato con assoluto piacere il dato umbro che colloca la nostra regione all’ottavo posto con un incremento del 3,2 per cento nel periodo 1999 - 2007, superiore al dato di regioni come Veneto e Trentino Alto Adige. Nell’analisi del dato regionale – prosegue - la città di Terni segna un incremento di reddito, sempre riferito al periodo su indicato, di oltre il doppio della media nazionale e di oltre un terzo superiore all’incremento registrato dalle regioni del centro Italia. L’indagine conferma le preoccupazioni di un paese a rischio implosione, quindi – secondo il capogruppo regionale Pd - chi si occupa di federalismo fiscale deve guardare a questi dati con occhi attenti e responsabili. Il contribuente medio napoletano ha perso il 6,6 per cento in otto anni, quello palermitano il 5,2 per cento e quello crotonese il 18,7. In un fisco federale – sostiene Rossi - la colonna delle entrate localizzate sul territorio è dato cruciale e più si allargano le differenze più diventa difficile applicare a tutta l’Italia un meccanismo che lasci ‘in casa’ una quota significativa di risorse senza condannare alla bancarotta intere regioni e alla rottura dell’unità nazionale il paese”. “Per queste ragioni – conclude il capogruppo regionale Pd - siamo disponibili a discutere di un processo riformatore che dia più autonomia agli Enti locali e alle Regioni, in un rapporto diretto con i cittadini e dentro un quadro di riferimento che non abbandoni il Paese al suo destino, illudendo le Regioni più forti economicamente o più virtuose di poter avere dei vantaggi dalla rottura dell’unità nazionale e del suo carattere solidaristico ed universale”. Condividi