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Garantire ai detenuti ed internati prestazioni sanitarie pari a quelle erogate ai cittadini in stato di libertà": muove da questo presupposto – per l’assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi - l’atto di indirizzo recentemente adottato dalla Giunta regionale dell’Umbria in materia di medicina penitenziaria. La delibera, rivolta alle Aziende Sanitarie Locali umbre nel cui territorio ricadono per competenza gli Istituti e servizi penitenziari, recepisce le indicazioni del DPCM (Decreto della Presidenza del consiglio dei ministri) dello scorso aprile riguardante il trasferimento delle funzioni di sanità penitenziaria dai Dipartimenti dell’amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile al servizio sanitario nazionale. Obiettivo del provvedimento, ora in fase di attuazione, è di tutelare la salute dei detenuti attraverso l’informazione e l’educazione sanitaria, l’attuazione di misure di prevenzione e lo svolgimento delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione previsti dal SSN. L’assistenza sanitaria ai reclusi viene organizzata secondo i principi di globalità d’intervento, unitarietà dei servizi e delle prestazioni, integrazione dell’assistenza sociale e sanitaria e garanzia della continuità terapeutica. Tra le prestazioni da erogare sono inclusi anche il sostegno del disagio psichico e sociale, l’assistenza sanitaria della gravidanza e della maternità, l’assistenza pediatrica e servizi di puericultura ai figli delle donne detenute o internate che convivono con le madri negli istituti penitenziari. "Servizio sanitario nazionale ed Amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile stanno lavorando in stretta sinergia per assicurare la tutela della salute e il recupero sociale dei detenuti e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale – ha detto l’Assessore Rosi. Un obiettivo a cui concorrono anche le azioni ed i programmi delle cooperative sociali e delle associazioni di volontariato che operano nel settore. E’ già stato istituito l’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria – ha proseguito Rosi, di cui fanno parte rappresentanti della Regione Umbria, delle Aziende Sanitarie Locali e dell’Amministrazione penitenziaria. Uno strumento che ci consente di concertare i programmi di intervento, di monitorarne e valutarne l’efficienza, e di garantire, al tempo stesso, adeguate misure di sicurezza. Sarà così possibile definire le migliori modalità organizzative e di funzionamento del servizio sanitario in ciascun Istituto di pena: con modelli differenziati ma integrati nella rete dei servizi sanitari regionali”. Le indicazioni dell’atto di indirizzo sono state recepite dalle ASL umbre che debbono garantire le prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione previste nei livelli essenziali di assistenza. Le Aziende, cui spetta anche la redazione di una apposita Carta dei servizi sanitari, stanno ultimando le procedure necessarie al completo trasferimento al Servizio sanitario regionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie, delle attrezzature e dei beni strumentali finora appartenenti all’Ordinamento giudiziario. Condividi