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All'indomani della conclusione del congresso di Rifondazione Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato, ne commenta l'esito in un'intervista al Corriere della Sera: "Avevamo ragione a dire che le due piattaforme congressuali erano radicalmente alternative: una, quella di Vendola, interpretava l'idea di un soggetto politico profondamente innovativo nella forma, e orientato a portare in un'esperienza di governo le istanze di una sinistra radicale. L'altra piattaforma invece mette insieme di tutto, dalle case del popolo ai trotzkisti, si espone a rischi, è un rassemblement di un'altra epoca, tutto identitario, che si rifugia in accampamenti ormai vuoti, vecchissimi, in cui non si danno risposte alla crisi aperta dal voto di aprile e in cui si ripetono parole che non significano più nulla". "Certamente adesso - conclude Latorre - il Pd ha ancora più di prima la responsabilità di mettere in risalto il carattere riformista della nuova sinistra che rappresentiamo, e che deve allargare il suo raggio d'azione. Perché è indubbio, c'è un'area sempre più vasta dal punto di vista sociale che reclamerà la rappresentanza sociale del Pd". Condividi