E' stata ancora una volta la difficile vita coniugale di Barbara Cicioni, i maltrattamenti subiti dal marito e confidati alla sua famiglia, l'argomento al centro dell'udienza di oggi davanti alla Corte d'Assise di Perugia che dovra' giudicare l'ex camionista di Marsciano, Roberto Spaccino, accusato di aver ucciso la moglie, incinta all'ottavo mese, nella loro villetta di Compignano nel giugno dell'anno scorso. A testimoniare oggi in aula sono stati i genitori di Barbara, Paolo Cicioni e Simonetta Pangallo, e i rispettivi nuovi compagni. ''Barbara aveva una idea fiabesca di come avrebbe voluto il suo matrimonio - ha detto in aula Paolo Cicioni -. Io e sua madre ci siamo lasciati quando lei era ancora piccolae per mia figlia portare avanti il suo matrimonio era come una scommessa con se stessa. Per questo non voleva lasciare suo marito e non voleva far subire ai figli questo trauma''. Il padre di Barbara ha poi raccontato in aula delle confidenze della figlia. ''Bastava un granello di polvere in casa per far scoppiare una discussione - ha proseguito -. Le minacce, il ricorso alle mani, gli insulti erano una pratica che si ripeteva spesso in quella casa da parte di Spaccino''. Poi il racconto della tragica notte tra il 24 e il 25 maggio dell'anno scorso, quando Barbara e' stata uccisa. ''Mi telefonarono dicendo che a casa di mia figlia c'erano stati i ladri - ha ricordato il padre di Barbara -. Quando sono arrivato ho capito che Barbara era morta. Mi ricordo che gli Spaccino continuavano a ripetere questa storia dei ladri, parlavano di sgommate di auto. Non ho visto nessuno di loro piangere. Io, nella disperazione, ricordo che ho iniziato a camminare intorno alla casa, lungo le strade circostanti, tra i campi, alla ricerca del segno di un'auto, di qualcosa che potesse far pensare al passaggio di qualcuno. Ricordo che non trovai nulla''. Per tutta l'udienza e' stato presente in aula anche Roberto Spaccino - difeso dagli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili - che ha sempre respinto ogni accusa, dichiarandosi estraneo al delitto. Il processo e' stato quindi rinviato al 25 settembre prossimo quando saranno ascoltati altri testimoni. Condividi