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Di Nicola Bossi Roberto Spaccino è presente in aula questa mattina per la prima udienza del processo. L'ex camionista umbro da oltre un anno si trova in galera perchè sospettato - unico indagato - della morte della moglie avvenuta nel maggio del 2007 quando era all'ottavo mese di gravidanza. Un omicidio terribile - per molti considerato un doppio omicidio - che ha visto scendere a Marsciano tutte le truppe televisive del Paese e i maggiori cronisti dei quotidiani nazionali. Prima si era pensato la solita rapina in villa finita in tragedia, poi però - dai primi rilevamenti del Ris - tutti gli occhi sono stati puntati su Spaccino. Molti i testimoni da parte del Pm che sono pronti a parlare delle minacce e delle botte quotidiane date dal marito alla moglie. Persino quell'ultima notte di vita di Barbara Cicioni - testimoniato direttamente da Spaccino - volarono degli schiaffi, perchè Roberto non voleva che la moglie andasse già in riposo lasciando la lavanderia. Ma Barbara era all'ottavo mese...non si poteva fare altrimenti. Il litigio, forse prese ancora più forma, per la presunta gelosia di Lei: Roberto aveva un'altra donna? Voci tante, certezze nessuna. Dopo gli schiaffi Spaccino ha affermato che se ne è andato di casa per andare in lavanderia a cambiare i filtri. Ma per l'accusa non combacia l'oraio e le modalità. Per la difesa sì. Al suo ritorno avrebbe ritrovato la moglie distesa a pancia sotto nella camera matrimoniale morta per soffocamente. Ai carabinieri disse che era stato frutto di una rapina in villa; era già sucesso due mesi fa. Dalla cassaforte secondo Spaccino mancavano 1500 euro. Ma la portafinestra non era stata scassinata. Le tracce di esterni non si sono trovate (almeno fino a prova contraria) mentre tracce ematiche di Barbara sono state scovate addirittura in garage e forse nel furgone del marito. Ma quella notte per la difesa c'era una banda di ladri che operava nella zona: prima nella casa di Marsciano (ma non ci sono prove certe) eppoi in altra villetta ad una trentina di chilometri dalla casa di Roberto e Barbara. La pista della rapina in villa è stata ribadita sempre da Spaccino che si è sempre dichiato innocente nonostante un anno di prigione e interrogatori fiume di 10 ore. In concomitanza con la prima udienza, davanti al palazzo di giustizia, e' in corso un sit-in promosso dalla ''Rete delle donne umbre''. Sono una decina, con cartelli e striscioni, con slogan contro la violenza sulle donne nella famiglia e la societa'. Spaccino, in carcere da quasi un anno ed attualmente detenuto a Terni, e' presente in aula, seduto accanto ai suoi difensori, gli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili. Questi intendono chiedere la citazione di 185 testi. Una novantina quelli indicati dal pubblico ministero Antonella Duchini (30 in comune con la difesa). Parti civili nel processo sono i genitori di Barbara Cicioni (anche loro presenti in aula) i due figli minori della coppia, attraverso il loro legale rappresentante, e quattro associazioni per la tutela dei diritti delle donne. Condividi