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Parlare di scissione è francamente improbabile, ma in vista del congresso del Pdci - a luglio come quello di Rifondazione - ci saranno delle spaccature, almeno in Umbria. La maggioranza del partito è salda nelle mani del capogruppo regionale del Pdci, Roberto Carpinelli, che dalla sua può contare anche sull'assessore regionale Mascio. Dall'altra c'è il solito asse ben collaudato e altrettanto presentabile: Faina-Bellillo. Quest'ultima - già ministro e per ben due volte deputato - sta lavorando ad una Mozione che si chiama A Sinistra. L'obiettivo è quello di portare avanti un progetto di sinistra unitaria e quindi conferma, pur con temi nuovi, lo schema non fortunatissimo de La Sinistra - l'Arcobaleno. Questa mozione ha pochissime possibilità di vittoria a livello nazionale mentre a quello regionale qualche speranza di fare bene c'è. Cambiare il partito non vuole dire però fare una scissione a tutti i costi. La Bellillo sa bene che per il momento la grande sinistra non piace né ai Verdi, nè a Ferrero né al Pdci di Carpinelli. L'unica speranza per la Bellillo è quella di aspettare la fine dei congressi prima di decidersi sul da farsi. Se prevalesse il fronte Vendola e la Sinistra Democratica si accodasse magari i tempi allora si velocizzerebbero per il progetto Bellillo. Ma anche per Ferrero il futuro è l'unità della sinistra: ma non subito dato che prima bisogna ridare fiducia alla base e rinforzare le gambe di quei movimenti che saranno l'asse portante della Sinistra che verrà. La fretta non porta fortuna a nessuno. Condividi