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di Daniele Cibruscola PERUGIA - “Decisione sofferta, ma inevitabile per le pesantissime inadempienze del governo”. Queste le dichiarazioni delle associazioni di categoria del settore dell’autotrasporto Umbro (Cna Fita e Confartigianato Trasporti – rappresentative di oltre 2000 aziende sparse sul territorio regionale) per motivare l’adesione al fermo nazionale dei servizi di Autotrasporto merci. Tre i punti alla base della protesta degli autotrasportatori: la regolamentazione del settore, le risorse economiche e “altri” nodi problematici ancora irrisolti. La decisione è stata assunta dai vertici delle Associazioni al termine di un'intensa serie di consultazioni, “La presenza dei vettori esteri in costante crescita – si legge nel comunicato stampa rilasciato oggi – richiede un'attenzione particolare delle forze politiche e delle istituzioni, sia per salvaguardare le imprese e i posti di lavoro creati dai vettori italiani che per garantire qualità e sicurezza nei trasporti”. Ma non solo. “La totale assenza di risposte sul piano normativo - in relazione alla precarietà che ha pesantemente invaso anche questo settore - e il taglio delle provvidenze, sono destinati a minare le residue speranze di un comparto che viaggia da mesi sull'orlo di un fallimento annunciato". Negli ultimi due anni e nella sola provincia di Perugia, a fronte della nascita di 130 nuove imprese sono state oltre 350 ad aver chiuso l’attività a seguito di difficoltà sistemiche (non ultimo il costante rincaro del prezzo del gasolio). Problematiche (sicurezza, intervento dello Stato, …) comuni anche ad altri settori e che le forze della sinistra chiedono di affrontare da tempo, salvo poi vedersi chiudere le porte in faccia dagli interessi particolari e dalle prese di posizione di “soggetti altri”. Situazione di non facile soluzione quindi. E di non facile soluzione saranno anche i disagi creati dal lungo sciopero, che inizierà a mezzanotte del 10 dicembre e terminerà alla stessa ora del 14. Ne sono consapevoli gli stessi organizzatori, ci tengono a sottolineare, che però non perdonano al governo la disattenzione e il disinteresse finora mostrati sui problemi dell’intero settore. La palla adesso, se non sarà troppo impegnato a guardarsi allo specchio, passa all’esecutivo. Condividi