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di Daniele Bovi Nonostante l'afa di questi giorni il vento gelido intorno ai bandi del Comune di Perugia di cui parlava ieri sera Umbrialeft (per leggere clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/39346) continua a soffiare. Un vento che dal Comune si sposta su Corso Vannucci fino a lambire il palazzo della Provincia. Interpellato da Umbrialeft l'assessore alla Mobilità e al Personale Roberto Ciccone oppone “un secco no comment” che dice più di mille parole. Nei corridoi di Palazzo però si continua a mormorare e a dare sfogo alla rabbia per quei due bandi da quattro posti che il gruppo del Pdl sospetta essere “vestiti su misura”. “No – dicono infatti Sbrenna, Prisco, Monni e Corrado - a vestiti su misura! Il Comune vara bandi di concorso con requisiti su misura e che precludono l’accesso a chi non ha rapporti con l’Amministrazione”. Nello specifico, il Comune di Perugia ha varato due bandi per la copertura di un posto da comunicatore sociale e tre da educatore professionale. In entrambi è richiesto come requisito di partecipazione l’aver svolto attività nei servizi sociali comunali, quali, si specifica, gli uffici di cittadinanza. “Peccato – sottolineano i consiglieri Pdl – che il D.Lgs. 165/2001, che regola i rapporti di lavoro nel pubblico impiego, all’art. 35 preveda che nei concorsi si garantisca l’accesso dall’esterno”. “L’Assessore al Personale chiarisca, quanto prima, questi motivati dubbi. In un momento in cui molti giovani faticano ad accedere al mondo del lavoro e le opportunità sono assai ristrette, che almeno gli si garantisca di poter partecipare ai concorsi pubblici senza preclusioni, secondo i propri meriti e nell’osservanza delle regole generali fissate per l’accesso al pubblico impiego. Chiediamo l’immediata revoca del bando in oggetto. Della vicenda – concludono – interesseremo direttamente la Funzione Pubblica ed, in caso di mancata revoca, utilizzeremo i percorsi giurisdizionali competenti”. SETTE POSTI ANCHE IN PROVINCIA Sul sito della Provincia di Perugia poi (per leggere clicca qui http://www.provincia.perugia.it/sportelloonline/avvisibandieconcorsi/con...) spuntano altri quattro bandi per sette posti da dirigente a tempo indeterminato che hanno fatto drizzare i capelli a più di un dipendente. Due fanno riferimento al ruolo di “dirigente-indirizzo amministrativo”, altri due a quello di “dirigente-indirizzo tecnico”, altrettanti a quello di “dirigente-indirizzo tutela del territorio e dell'ambiente” e uno a quello di “dirigente-indirizzo tecnico informatico”. Scadenza 12 luglio. In particolare a suscitare ben più di una perplessità sono proprio i sei requisiti, dei quali uno deve essere in possesso dei candidati. Tra gli altri requisiti uno prevede che si deve essere un dipendente pubblico, un altro che si deve aver svolto funzioni dirigenziali in un'amministrazione pubblica per almeno cinque anni, e un altro ancora che si deve aver svolto funzioni apicali o dirigenziali in un'organizzazione internazionale o in un'azienda privata. Questi requisiti, secondo alcuni, suscitano più di un dubbio e fanno chiaramente a cazzotti con i principi basilari di un concorso pubblico, per sua natura basato sul fatto che l'accesso non può essere precluso. Mettiamo, fa notare qualcuno, che c'è un disoccupato molto più bravo di un dipendente: perché non può partecipare al concorso? Domanda più che legittima. Un'amministrazione pubblica infatti può incaricare una persona di svolgere un determinato ruolo (e allora si procede secondo l'art. 19 del dlgs 165 del 2001 e quindi senza concorso pubblico dando vita ad un incarico a tempo determinato) oppure la può assumere a tempo indeterminato tramite la procedura del concorso pubblico. Leggendo i bandi sopra citati sembra di essere più di fronte ad un incarico su basi discrezionali che di fronte ad una trasparente e pubblica procedura aperta a tutti. Il nocciolo della questione infatti, al di là di codici e codicilli, sta tutto qui: perché sbarrare la strada a coloro che potrebbero in modo egregio fare il dirigente solo perché non sono dipendenti pubblici? In ballo ci sarebbe pure l'articolo 97 della Costituzione: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni – si dice nella Carta - si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Come quello, ad esempio, dell'articolo 19. Che con una procedura concorsuale non c'entra assolutamente nulla. In realtà, fanno notare, non sarebbe altro che il vecchio modo (sbagliato) per stabilizzare i precari delle pubbliche amministrazioni. Persone fra le quali vi sono sicuramente figure da valorizzare e stabilizzare. Magari però si potrebbe procedere prevedendo, tramite un bel concorso pubblico, l'assegnazione di un punteggio a coloro che hanno già un'esperienza nella pubblica amministrazione. Senza segare le gambe in partenza a tutti coloro che vorrebbero solo lavorare mettendosi alla prova. Senza essere cooptati. Condividi