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di Daniele Bovi Nella tragicommedia del Grifo succede pure che la mattina presenti un'istanza di fallimento e la sera pensi a ritirarla. Alla fine di una delle giornate più frenetiche e tribolate della storia recente del Grifo rimangono tanti fantasmi, tanti Mister X, molti dubbi e poche certezze. Si naviga a vista. Partiamo dalle certezze: esistono due cordate disposte all'acquisto del Perugia ma a condizioni ben differenti. La prima, il cui principale rappresentante è Ermanno Pieroni, punta tutto sul fallimento della società di Covarelli. La seconda, rappresentata da Nicola Ermini, il fallimento lo vuole evitare e mette sul piatto 5 milioni di euro (ma potrebbero essere di più) per rilevare la società. Più che euro però potrebbero essere petrodollari. La prima cordata ha tenuto una conferenza stampa alle 16, la seconda alle 18.45. Un fiume di parole tra le quali, però, sono mancate le più attese: quelle relative ai nomi. Un'altra certezza invece è che domani mattina alle 9 di fronte al giudice Rana si esamineranno le istanze di fallimento. Se per quella di Losole è stata ottenuta desistenza, sul piatto c'è quella di Pomponi (2,9 milioni di euro, depositata ieri mattina) più altre che dovrebbero, stando ai tecnici di Pieroni, essere depositate direttamente domattina. Le cifre di queste ultime, però, dovrebbero essere di minore entità. In serata poi è circolata la notizia, tramite il portavoce di Pomponi, che un accordo con Covarelli si sarebbe anche potuto trovare per ritirare l'istanza. Il tutto, a quanto dice il portavoce Taccola, è stato rimandato a stamattina prima dell'udienza. L'affaire Pomponi, secondo i POmponi boys, funzionerebbe più o meno in questo modo: una volta acquistato il Pisa Pomponi si accorge che il buco è più grande di quello descritto da Covarelli. I creditori si fanno vivi con Pomponi che a sua volta si rifà su Covarelli. Auguri. Partendo dalla conferenza stampa di Ermini (per leggere clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/35470), la cordata di cui il commercialista fiorentino è il rappresentante è venuta alla luce giusto ieri ed ha il sapore magico dell'Oriente. O della sòla, secondo il punto di vista dei tifosi. Dietro ad Ermini infatti ci sarebbe un gruppo di arabi disposti ad investire almeno 5 milioni di euro senza puntare sul fallimento. Ermini ha fatto capire come i supposti sceicchi siano facoltosi assai. In conferenza stampa è stato sventolato un foglio dove l'offerta viene formalizzata. La società, la Barclaps & Partners S.A. Di Lugano, dice poco e dietro ci potrebbe essere chiunque. Si sa solo che è domiciliata presso lo studio dell'avvocato Walter Zandrini. Uno degli assistenti di Ermini, ai margini della conferenza stampa lo fa capire benissimo chiacchierando con Umbrialeft: con il sistema delle scatole societarie risalire alla casa madre è roba da Messner. Gheddafi? Forse ma pare di no. Le ultime voci guardano all'Arabia Saudita. Probabilmente è la classica macchina finanziaria da soldi. Lati curiosi non sono mancati. Di fronte ad un impietrito Dino De Megni Ermini ha tranquillamente detto, con un simpatico accento fiorentino, che la cordata “vuole Covarelli fuori dai coglioni: con lui in mezzo non si fa nulla”. Prosit. Alla fine della conferenza poi si presenta un signore con una grossa borsa distribuendo biglietti da visita a tutti. Trattasi di tal Stefano Ballerini: “Se tutto va bene – dice – sarò il prossimo addetto stampa del Perugia”. Di più: “Tranquilli ragazzi – dice ad Umbrialeft – vi garantisco almeno quattro giocatori in conferenza stampa a settimana”. Gli sceicchi, si sa, non badano a spese. Andrea Sonaglia, attuale addetto stampa, non la prende benissimo e pare che rassegnerà le sue dimissioni. Tanto per dire, il Nostro scrive per Firenze Viola Supersport e Violanews.com. L'offerta dello sceicco biancorosso è valida un mese. Il tempo massimo entro cui un esperto aretino della cordata (Alessandro Vignani) condurrà un'approfondita revisione dei conti. Gli sceicchi infatti vogliono la certificazione del bilancio. Il buco, insomma, vogliono sapere quant'è grande. Di fallimento però non si vuol sentir parlare. Dalla cordata Pieroni invece si aspettavano i nomi degli imprenditori che invece non sono stati fatti. Il tempo stringe, come hanno fatto capire benissimo nella conferenza stampa delle 16, e l'unica strada è il fallimento immediato della società. Altro punto già noto e ribadito oggi da Pieroni e soci è che i debiti, specialmente quelli fuori bilancio, siano molti di più di quelli portati alla luce da Covarelli. Lo stadio poi, come detto più di una volta, non interessa. Domattina la parola passerà al giudice Rana e in caso di procedura fallimentare si procederà alla nomina di un curatore fallimentare che fisserà una data entro cui rilevare i resti del Grifo. “Noi – dicono Pieroni e soci – in caso non mancheremo”. Condividi