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di Nicola Bossi Il ritorno in aula oggi per il processo sulla morte di Meredith Kercher, dopo la pausa pranzo, è stato segnato dalla siscussione sul gancetto di reggiseno della vittima dove secondo l'accusa sarebbe stata trovata una traccia di Dna di Sollecito. La difesa del ragazzo pugliese su questo gancetto non ha cambiato registro rispetto alle passate udienze: "Non è possibile dire che si tratta di un reperto genuino": ha iniziato spiegando l'avvocato Giulia Bongiorno nella sua arringa. "Il gancetto è stato ritrovato il 2 novembre del 2007 ma repertato solo 46 giorni dopo sotto a un tappetino che inizialmente era arrotolato vicino alla scrivania.L'oggetto è stato spostato in un ambiente sconvolto dal lavoro della polizia". Da qui l'ipotesi della difesa di una contaminazione. L'avvocato Bongiorno ha inviato a "cestinare" il gancetto perchè c'è il rischio che contamini anche la sentenza. Ovviamente a sfavore di Sollecito. Per l'accusa invece c'è la certezza - come inserito nel video proiettato in aula - che intorno alle 23.40 del 1 novembre del 2007 Sollecito partecipò insieme ad Amanda e Guede alla violenza spogliando ad un certo punto la ragazza. In quel frangette avrebbe roto e toccato il gancetto del reggiseno. Condividi