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Ognuno ha il suo paracadutato da Roma o da altri centri nazionali. E' successo in ogni partito e succederà ancora. Perchè dell'Umbria interessa solo il posto sicuro che fa scattare un eletto. Arrivano persone che non sanno neanche dov'è la Valnerina, a stento conoscono il Lago Trasimeno e qualche volta hanno mangiato il cioccolato a Perugia. Di esempi ce ne sono a bizzeffe: da Formisano (una interpellanza a favore dell'Umbria in due anni di legislatura) fino ad arrivare ad un verde sconosciuto che negli anni '90 fu eletto con il maggioritario nel collegio di gualdo-gubbio-città di castello. Ma tutto sommato questi paracadutati rappresentavano il partito per cui si candidavano ed erano in grado di rappresentare la maggioranza del sentire politico degli umbri. Penso all'onorevole Giulietti dei Ds: non era umbra, ma piaceva e molto ai diessini di qui, a cui ha sempre ricambiato un grande amore. Ma quello che sta accadendo nel Pd certamente nè unico. Il voto del Pd è formato da un 75 per cento di ex Diessini e un 25 per cento da margheritini. Eppure le liste future, vedi Senato, sono tutte sbilanciate verso i centristi: ecco Francesco Rutelli - che in Umbria verrà poco perchè candidato al Comune di Roma - si materializza, subito dopo c'è Ferrante, quello di Legambiente, che entrerà in parlamento qualora Rutelli è eletto a Roma. Poi un altro paio di prodiani sparsi tra Camera e Senato. Ma quello che colpisce di più è che nessun regionale potrà entrare in partito. Confermati la Sereni e Agostini (ma questi non erano nomi da nazionale?) e il ternano De Girolamo. Niente Locchi. Addio a Stramaccioni. Niente giovani. Niente donne. Niente di niente. Solo il vecchio. Mortificati i dalemiani e gli ex diessini. Nel Pd comanda Bocci, ma nessuno lo vuole dire. Condividi