Qualcuno dice che la sinistra, in Umbria come in Italia, non esiste più. Altri sostengono che il guaio di Rifondazione, e per esteso della fu Sinistra Arcobaleno, è stato il non porre adeguate sfide al Partito democratico e ai nuovi liberali illuminati progressisti cattolici apostolici. Altri ancora ritengono che la
scomparsa dei partiti di sinistra dai principali consessi nazionali sia stata diretta conseguenza dell'aver consegnato determinati valori in mano a chi, storicamente, non ha mai avuto nulla a che vedere con essi. Ad ogni buon conto, al momento le sfide principali che Rifondazione Comunista, in Umbria, lancia agli altri partiti della coalizione sono tre: reddito sociale, ripubblicizzazione delle acque, odontoiatria pubblica. Per saperne di più Spoletonline ha incontrato il segretario locale di Spoleto di Rc, Maura Coltoriti.
Segretario, cosa vuol dire "reddito sociale subito"?
"E' il nome della nostra campagna, che partirà a breve con la raccolta firme per presentare la proposta di legge in Regione. Vuol dire dotare lavoratori e disoccupati di un minimo di ammortizzatore sociale, da percepire nel momento in cui si perde il posto oppure in attesa di trovare un impiego. Un aiuto per garantire un minimo di vita dignitosa a chi p in difficoltà".
Chi sarebbero, quindi, i beneficiari del reddito sociale?
"Come si legge sulla proposta di legge di Rifondazione umbra, l'ammortizzatore è per gli inoccupati, i disoccupati e i precari".
Sì, ma a quali condizioni si potrebbe, secondo la vostra proposta, accedere al reddito sociale?
"Innanzitutto occorre essere residenti in Umbria da almeno 24 mesi. Poi bisogna essere iscritti alle liste di collocamento dei centri per l'impiego, avere un reddito imponibile dichiarato l'anno precedente che non superi gli 8mila euro e, ovviamente, non aver maturato l'anzianità per ottenere il pensionamento".
E chi vi ha dato l'ispirazione per formulare questa proposta?
"Tutto il resto della Comunità Europea e alcune regioni italiane".
Cioè?
"E' molto semplice: l'Italia e la Grecia sono gli unici membri dell'Ue che ancora non garantiscono una forma di reddito di base. Nel nostro caso, dobbiamo anche dire che in alcune regioni virtuose, come ad esempio il Lazio, tale strumento esiste e funziona da qualche mese".
D'accordo, Coltorti, però gli operai e i lavoratori dipendenti che hanno un contratto "vero" possiedono già tutti gli ammortizzatori sociali che servono, in caso di malaugurata necessità.
"E' vero, ma cosa mi dice, ad esempio, degli artigiani e dei commercianti? Chi fra loro, anzi fra noi visto che sono artigiana anch'io, dovesse chiudere bottega per via della crisi o di quant'altro, si ritroverebbe, meglio dire si ritrova, in mezzo a una strada. Ecco, il reddito sociale va a toccare categorie con le quali, per anni e anni, la sinistra italiana p sembrata non relazionarsi".
Questo è un ottimo punto, anche e soprattutto sotto l'aspetto politico. Ma perché secondo Lei, e parlo anche all'artigiana oltre che alla segretaria di partito, proprio gli artigiani e i commercianti sembrano non riconoscere più nella sinistra un interlocutore con il quale dialogare?
"Perché credo che per anni la sinistra, colpevolmente, non si sia rivolta a loro".
Può spiegarsi meglio?
"Nel senso che, anche parlando con i miei colleghi, l'idea che passa è quella di una sinistra che si occupa soltanto dei lavoratori dipendenti, quindi degli operai e degli impiegat. Eppure storicamente non è così, basta pensare a quanti artigiani e commercianti erano iscritti al vecchio Partito comunista italiano. Di certo negli ultimi anni abbiamo perso questa fascia di rappresentatività, perché queste due categorie di lavoratori non ci hanno più riconosciuto come un partito che potesse rappresentare i loro problemi. E dal loro punto di vista hanno ragione".
Addirittura?
"Guardi, Le faccio un esempio. Durante la campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno, nel 2008, sul programma no ho trovato mai scritte le parole ‘artigiano' o ‘commerciante'. Ma se si opera onestamente e si pagano le tasse, si deve essere considerati con la stessa dignità e meritevoli delle medesime attenzioni di tutti gli altri lavoratori".
Non fa una piega, anche dal mio personalissimo punto di vista di lavoratore autonomo. Torniamo al reddito sociale. A quanto ammonterà, secondo la vostra proposta di legge?
"Dunque, prima di parlare di cifre occorre specificare che il reddito sociale può essere erogato sia in forma diretta che indiretta. Per quanto riguarda la forma diretta, e quindi i soldi veri e propri, l'importo annuale non può superare i 7mila euro a persona. Invece, per quel che riguarda l'erogazione indiretta, questa si concretizza attraverso l'erogazione la riduzione delle tariffe sui mezzi pubblici, testi scolastici gratuiti, fruizione di attività ludico-sportive, sgravi ecc".
In pratica, l'erogazione indiretta avverrebbe sulla scia di quanto sta già facendo il Comune di Spoleto, attraverso l'utilizzo dei parametri Isee.
"Sì, anche".
Quando pensate di partire con la raccolta firme?
"Organizzeremo dei banchetti a partire da venerdì prossimo al mercato: ora stiamo vedendo per i permessi e quant'altro è necessario. Saremo presenti per spiegare alla gente che cos'è e come funziona il ‘nostro' reddito sociale".
A proposito di raccolta firme e mobilitazioni, cosa mi dice della manifestazione del 5 dicembre, a Roma, per chiedere le dimissioni di Berlusconi?
"Dico che Rifondazione Comunista di Spoleto ci sarà, ovviamente. E aggiungo che vorrei anche chiedere al segretario locale del Partito democratico e a tutti i suoi iscritti se ci saranno anche loro o meno. Sappiamo che Marino sarà presente, mentre Bersani non verrà. Noi aspettiamo i compagni e gli amici del Pd, come sempre del resto quando riteniamo che le parole d'ordine della manifestazione siano condivisibili. In questo caso si chiede di mandare a casa Berlusconi, perché ha fatto un disastro sia a livello sociale sia democratico. Tra l'altro, in tema di manifestazioni, aggiungo che saremo con la Cgil domani davanti al tribunale di Spoleto, con il presidio per l'anniversario della tragedia della Umbria Olii. Il presidio è volto a sollecitare la giustizia affinché faccia il suo corso nel più breve tempo possibile, e stabilisca le responsabilità di quell'evento".
Un'altra battaglia di Rifondazione p quella che riguarda la ripubblicizzazione delle acque.
"Abbiamo già chiesto che nello statuto della Regione venga inserito il principio che l'acqua è un bene comune e un diritto universale, e che il servizio idrico venga definito come privo di rilevanza economica. E' una battaglia appena iniziata, ma sicuramente sfocerà in un referendum Secondo me questa non è una lotta che appartiene solo ai comunisti, ma è di tutti cittadini. La legge attuale è inaccettabile. E' inaccettabile che un bene comune sia fonte di profitto per pochi".
E poi c'è l'odontoiatria pubblica.
"Sì, anche. Dobbiamo verificare con i direttori delle Asl umbre che la legge regionale, approvata un anno e mezzo fa, venga realmente rispettata. E' una legge che consente di risparmiare circa il 50% sulle tariffe dei privati, ma sembra che non sia ancora stata applicata in pieno. Sarebbe una bella risposta al caro-vita, visto che il dentista è un problema per tutte le famiglie e, dati i tempi di crisi, spesso se ne fa a meno con tutte le conseguenze che ciò comporta. La legge regionale esiste, e prevede che periodicamente un dentista sia a disposizione dei pazienti nei vari presidi ospedalieri. Verificheremo, ciascun circolo nella propria realtà, perché ancora la norma non funziona come dovrebbe".
Quali altre iniziative avete in animo di intraprendere per combattere la crisi e il caro-vita?
"Ci stiamo organizzando, con le nostre piccole possibilità, per formare un gruppo di acquisto popolare o gap. In questo modo si possono associare famiglie e singoli cittadini per acquistare in blocco i beni di consumo e generi di prima necessità, abbattendo i costi in maniera considerevole. Delle aziende locali che abbiamo contattato sinora, alcune si sono già dimostrate disponibili a fornirci carne e altri prodotti per acquistarli in blocco. Pensiamo di riuscire a far decollare l'iniziativa entro gennaio".
Rifondazione comunista, a Spoleto, non ha più una sede da tempo.
"E' vero. Quella di via Visso è stata chiusa per problemi economici oggettivi, ma ne stiamo cercando una nuova, che si possa mantenere a costi abbordabili".
Del resto, per un partito che non ha rappresentanti nei consigli d'amministrazione, le risorse economiche derivano dal tesseramento. Come procede il vostro?
"Abbastanza bene. Finora abbiamo riconfermato tutti gli iscritti dello scorso anno, con inoltre diverse tessere nuove. Invitiamo a tesserarsi tutti coloro che vogliano darci una mano. I proventi del tesseramento ci serviranno per le iniziative future e anche per trovare una nuova sede a Rifondazione".
Insomma, alleati del Pd ma non appiattiti sulle sue posizioni, i rifondaroli di Spoleto provano a risalire la china partendo da dove la sinistra si è fermata anni fa: dai cittadini.
intervista di Daniele Ubaldi
tratta da
www.spoletonline.com
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