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Si riparte da dove il centrosinistra ha perso buona parte del suo consenso: dalla società profonda che in questi anni è rimasta delusa del comportamento dei governi di sinistra e che quindi ha perso fiducia nei partiti e nelle rappresentanze istituzionali. Il nostro scopo è dimostrare a loro, con fatti concreti, che non siamo uguali agli altri, che la nostra “missione” è lo stare tra la gente, tra i lavoratori, tra gli studenti e i precari della scuola, perché è solo stando immersi nel conflitto sociale reale che riusciremo a dare senso alla rifondazione di un pensiero comunista. La crisi economica, lo sviluppo zero e il crescente numero di lavoratori disoccupati e altri, precari, cui non viene rinnovato il contratto, sono gli elementi su cui costruire le prossime battaglie e il circolo: la legge sul reddito sociale, l’attuazione di quella sulle cure odontoiatriche e la campagna sulla ripubblicizzazione dell’acqua, sono gli elementi individuati dalle segreterie regionale e provinciale sui quali porre le basi per la costruzione di campagne che traghettino il partito fino alle prossime elezioni regionali. Facciamo nostri questi temi per svilupparli e trasformarli nel motore che ci permetterà di rimettere in moto la macchina organizzativa del circolo Tenerini. La vittoria degli operai della Innse ha dimostrato che i lavoratori possono incidere sulla loro sorte anche al di là dei sindacati e della politica. Il loro gesto ha procurato emulazione nei precari della scuola che hanno manifestato sui tetti dei provveditorati. Dobbiamo diventare, alla luce della ripresa di un conflitto sociale del quale solo i media non sembrano accorgersi, un partito che rappresenta i lavoratori in lotta e che alimenta il conflitto con tutti i mezzi a disposizione. Per arrivare a un crescente protagonismo di Rifondazione Comunista nelle lotte, è necessario ripartire dai territori e dalla capacità di aggregare intorno al progetto della costruzione di una forza di alternativa in grado di dare risposte concrete e diverse da quella degli attuali “blocchi” rappresentati nel parlamento italiano: il circolo Tenerini può e deve diventare il fulcro su cui far ruotare tutto il partito di Perugia. Siamo, infatti, il circolo che rappresenta la zona più vasta e popolosa della città, ricca di contraddizioni sociali e culturali: il nostro approccio alla politica dovrà essere quello di chi è in grado di scomporre e ricomporre i temi della crisi facendoli diventare la “causa” della costruzione di un partito radicato nei quartieri e sempre a stretto contatto con la gente. È il Partito Sociale al quale ambiamo, non una formula magica ma un nuovo modo di approcciare il fare politica, attraverso la costruzione di nuovi luoghi di confronto, oltre quelli tradizionali, in grado di coinvolgere tutti i compagni dl circolo e non solo: pensiamo alla possibilità di aprire sportelli tematici con la collaborazione di nostri compagni impegnati nelle amministrazioni locali e alla capacità comunicativa che esperienze simili hanno avuto in altre città; iniziare una seria collaborazione con i compagni che hanno già aperto un Gap, limitatamente agli studenti universitari, per allargare quell’esperienza che si inserisce concretamente nel novero delle forme di lotta e resistenza al carovita e alla crescente precarietà del lavoro e dello studio; corsi pomeridiani per immigrati e studenti, come già sperimentato positivamente dal circolo di Ponte San Giovanni. (Per quest’ultimo punto una compagna ha chiesto il nostro aiuto e coinvolgimento per un’esperienza già avviata nel quartiere di Ferro di Cavallo) Dobbiamo contemporaneamente rafforzare la nostra iniziativa sui temi del lavoro: le manifestazioni dei precari della scuola, il continuo ricorso alla cassa integrazione e ai licenziamenti da parte delle aziende locali, gli appelli non solo dei sindacati ma anche delle associazioni di categoria delle piccole imprese e dell’artigianato, ci dicono che Perugia non è immune alla crisi. In questo scenario dobbiamo anche cogliere lati positivi che riguardano Rifondazione Comunista: nel caso delle manifestazioni degli insegnanti della scuola, per esempio, la presenza di Rifondazione è stata accolta positivamente, al pari di quella dei sindacati e nella desolante assenza delle altre forze del centrosinistra. Se la nostra ambizione è quella di rappresentare i lavoratori, dobbiamo rafforzare la nostra presenza agli scioperi e ai picchetti: il 9 manifesteranno i metalmeccanici, altre manifestazioni, di carattere nazionale e locale, sono preannunciate; a questi appuntamenti dobbiamo presentarci con la consapevolezza di essere l’unica forza politica che in questo momento ha come unico interesse la ricerca di una via d’uscita alla crisi economica. La legge regionale per il reddito sociale diventa quindi l’emblema di questa nostra ricerca: una risposta concreta, sicuramente non risolutiva, che va nella direzione di dare risposte ai cittadini. Intorno dobbiamo costruirci mobilitazioni e momenti di riflessione, a partire da una presenza forte e compatta di tutti i compagni venerdì 9 ottobre davanti la sede del Consiglio regionale in occasione della seduta aperta della Commissione per la discussione della legge. Un appuntamento e un’opportunità che dobbiamo ritenere centrale nella nostra attività politica. Altra questione è il centro storico: da tempo infatti denunciamo ritardi nell’ammodernamento dell’acropoli, dai servizi per i cittadini a quelli per il turismo fino alle questioni legate al commercio, elementi che hanno inevitabilmente ridimensionato e spopolato il centro storico facendo così aumentare le insicurezze dei perugini. Il centro storico di Perugia è un patrimonio che appartiene a tutta la comunità umbra: in passato è stato troppe volte lasciato in balia di stesso e la sua importanza è ricordata esclusivamente quando deve diventare il teatro di grandi eventi, spesso privi di qualsiasi elemento culturale. Pensiamo sia arrivato il momento di voltare pagina: all’amministrazione chiediamo di sfruttare al meglio le potenzialità del Puc2 e quelle del programma elettorale che, almeno sulla carta, rimetteva al centro dello sviluppo della città il cittadino, isuoi bisogni e i suoi diritti. (Nel caso del deposito cauzionale chiesto da Umbra Acque, riteniamo violati i diritti dei cittadini e quindi auspichiamo che Perugia uniformi la propria decisione a quella di altri comuni che già si sono espressi contrariamente a tale dispositivo). Abbiamo bisogno di un’acropoli che ritorni a essere cardine del futuro della città, funzionale e attrattiva non solo per il turismo, ma che diventi luogo di sperimentazione sociale, culturale, urbana e economica per una nuova idea di città, libera dall’aggressione della grande distribuzione commerciale. In questo senso riteniamo pericoloso il persistere della vicenda della chiusura del Teatro Pavone. L’amministrazione deve interrogarsi seriamente sul suo futuro, che altro non è che il futuro di tutta la vita culturale della città: abbiamo assistito in questi anni alla chiusura di molti luoghi della cultura cittadina, il Pavone rischia di diventare l’emblema dell’assenza di qualsiasi idea di rilancio culturale e sociale del centro storico. Potenzialmente uno stabile polifunzionale che permetterebbe a tutta Perugia di risolvere i problemi legati all’offerta culturale in città e nel centro, legata soprattutto alle grandi kermesse del cioccolato e del jazz, oltre che offrire un luogo alternativo, soprattutto in orari serali e notturni al divertimento legato esclusivamente allo sballo e all’eccesso. Al circolo Tenerini spetta il ruolo di interrogare, attraverso i mezzi di informazione, ma soprattutto attraverso lo strumento della petizione popolare, l’amministrazione sul futuro di tutto il centro storico. Ultimo tema è l’organizzazione e il tesseramento. Incominciando dal circolo, è necessario porre un obiettivo per la chiusura del tesseramento del 2009, per tentare di lasciarci alle spalle un biennio che ha inciso negativamente sul partito anche sotto il profilo della crescita di iscritti e militanti. L’obiettivo è rappresentato da 50 tessere per l’anno in corso e il ritorno per il 2010 a cento tesserati. È necessario ricontattare tutti gli iscritti del 2008, attraverso una lettera, ma anche attraverso un lavoro militante dei compagni del Direttivo chiamati a svolgere un lavoro eccezionale in questi ultimi mesi dell’anno. Condividi