prc_1.gif
Le aree Occorre strutturarsi in macro aree tematiche, non più intese come spazi subalterni ma come punti fissi della nuova organizzazione della federazione. Per questo esse devono vedere attivo l'intero corpo dirigente con aperture a soggetti esterni (militanti, compagni/e di area e esperti) che per specificità, orientamenti e interessi siano in grado di fornire elaborazione politica sulle priorità che selezioniamo. La funzione delle aree è di supportare l’azione istituzionale del partito e di coordinarsi con essa, coerentemente con gli impegni programmatici assunti e con le vertenze che si producono nel territorio. Si ritiene opportuna la strutturazione dei seguenti assi di lavoro: Area Sviluppo e lavoro Area Ambiente e territorio Area Diritti civili e sociali Area Cultura e formazione Il comitato politico federale Il comitato politico federale deve essere un corpo vivo in grado di leggere le dinamiche territoriali e generali e di sviluppare un'intensa attività di direzione politica. Dal rafforzamento del suo ruolo e dalla crescita della capacità di sviluppare azione politica dipende la possibilità di rilanciare la rifondazione comunista. Dalla capacità, cioè, di non avere un ristretto gruppo di “generali senza truppe” ma di saper costruire un gruppo dirigente largo e capace di costruire iniziative e di sviluppare una linea politica. Il comitato politico federale deve essere costruito in ottemperanza ai criteri che determinano la gestione unitaria e le differenze culturali che il partito annovera in sé come ricchezze. Una dialettica positiva e costruttiva, e non gestioni maggioritarie o derive correntizie. Sarebbe opportuno prevedere la figura del presidente del cpf che assolva il ruolo di garante della discussione e del confronto, producendo i verbali delle riunioni. Esaltare e rafforzare il collettivo in luogo della prevalenza delle individualità deve essere la cifra del nostro impegno di ricostruzione e riorganizzazione del partito e dei luoghi ove maturano e si assumono le decisioni. I processi decisionali inclusivi possono essere intesi come modalità di intervento finalizzata alla realizzazione di progetti collettivi condivisi e, a un ulteriore livello, come modalità che permetta di affrontare il nodo cruciale dell’interazione tra gli attori del bene di utilità pubblica. Le scelte politiche del partito, che agiscono in questa prospettiva, investono nel capitale sociale della propria città e del proprio territorio, nella consapevolezza che solo incidendo sulle dinamiche profonde delle relazioni si possono ottenere effetti non previsti e moltiplicativi rispetto a quelli che derivano dall’applicazione di un unico e circostanziato progetto. Il segretario/a e la segreteria provinciale All'interno della “nuova” idea di strutturazione organizzativa del partito nel territorio provinciale centrale sarà la definizione del profilo dei gruppi dirigenti con funzioni esecutive. Il combinato disposto di quanto affermato in precedenza in relazione ad opzioni strategiche quali gestione unitaria, ruolo dei circoli, centralità del comitato politico federale, determina la necessità di ripensare il ruolo di segretario e, soprattutto, della segreteria provinciale. In sintesi la segreteria deve essere la più autorevole possibile, in termini di rappresentanza sia delle articolazioni territoriali che di quelle politiche presenti nel nostro partito, affinché la dialettica interna si esprima in maniera positiva e non lacerante, valorizzando e mettendo a leva le competenze che i compagni e le compagne possono offrire e costruendo un equilibrio adeguato fra compagni/e più esperti/e e sperimentati/e ed energie più giovani che possono trainare questa fase di rilancio con il proprio entusiasmo. In quest'ottica riteniamo di non avere bisogno di un segretario che “comanda” e che da la linea, che come immediata conseguenza produrrebbe un restringimento della direzione politica, ma bensì di un compagno o di una compagna che interpreti il ruolo di segretario/a con una decisa funzione di coordinamento e sintesi del dibattito che si produce. Il coordinamento degli eletti L'esperienza delle elezioni amministrative con la lista comunista e anticapitalista ci ha consentito di sperimentare e praticare una proficua relazione ed una concreta e positiva collaborazione con i compagni del Partito dei Comunisti Italiani. La Federazione della Sinistra di Alternativa rappresenta lo sviluppo e l'allargamento di quella esperienza. Occorre in questa fase affrontare congiuntamente due esigenze: quella di far lavorare congiuntamente i nostri rappresentanti istituzionali impegnati nei diversi livelli amministrativi, con approfondimenti, azioni congiunte e coordinate, raccordo stretto con i diversi livelli del partito, insieme al necessario lavoro congiunto con i “nostri” rappresentanti appartenenti agli altri soggetti che stanno dando vita alla costituenda Federazione. L'avvio delle legislature a seguito della consultazione elettorale amministrativa della scorsa estate rappresenta il momento privilegiato per poter lavorare con questa impostazione, come positivamente si è già iniziato a fare con la costituzione del coordinamento degli eletti. D'ora in avanti, oltre a consolidare il coordinamento degli eletti, occorre strutturare forme di discussione congiunta fra gli eletti e le strutture del partito (segreteria, comitato politico federale, circoli, aree tematiche), sia per rafforzare la nostra azione politica nella società e nelle istituzioni che per produrre i necessari momenti di verifica dell'attuazione dei programmi di coalizione, della cui elaborazione siamo stati nei mesi scorsi i protagonisti, da parte dei governi locali. Il ruolo della nostra rappresentanza istituzionale, infine, dovrà essere coerente con il progetto politico, a partire dalla centralità dei conflitti che dovranno avere nei nostri eletti un’interfaccia costante che li renda strumento utile allo sviluppo ed alla vittoria delle lotte e delle vertenze che sul territorio dovremo alimentare. La comunicazione La percezione che l’opinione pubblica, a partire dai lavoratori e dai precari, avrà di noi non dipenderà soltanto da quanto saremo in grado di fare. Centrale sarà anche l’efficacia di come comunicheremo tanto all’esterno che al nostro interno. La politica contemporanea, analogamente alla società, è senz’altro eccessivamente centrata sull’immagine, l’effimero e la superficialità indotta dalla grande massa di informazioni disponibili ma non organizzate o capaci di produrre approfondimenti. Un uso dei media decisamente antidemocratico, inoltre, ci sta procurando, in questa particolare e difficile fase un pesante oscuramento mediatico. Al contempo la rivoluzione tecnologica del web offre potenzialità enormi. Dobbiamo strutturare in maniera quasi scientifica la nostra comunicazione, tanto rivolta alla circolazione delle informazioni al nostro interno che nella trasmissione di messaggi verso la cittadinanza. Unire le forme tradizionali della propaganda politica (volantino, manifesto, giornalino, comunicazione informale) alle possibilità che la tecnologia ci offre (sito internet, social network, sms, blog, forum, mailing list, web tv, giornale on-line) è la strada da perseguire. Per poterlo fare occorre strutturare un gruppo di lavoro permanente, che trasversalmente sostenga la capacità comunicativa del nostro agire politico anche attraverso appositi momenti formativi per il gruppo dirigente, unitamente ad un apposito ruolo di responsabilità sulla comunicazione in seno al gruppo dirigente. L’obiettivo di recuperare la nostra utilità politica sarà tanto più raggiungibile quanto più saremo in grado di comunicare efficacemente. La rapidità e la tempestività della circolazione interna al partito delle informazioni, infine, può essere l’unico veicolo per comprimere i nostri tempi di funzionamento, troppo spesso eccessivi rispetto tanto a quello che si produce nei territori che all’agenda politica locale e nazionale. L'autofinanziamento e il tesseramento come pratiche politiche La sconfitta elettorale nazionale e la nostra scomparsa dalle aule parlamentari sta producendo un effetto negativo, oltre che sul terreno politico e della rappresentanza, anche sulle finanze del partito. Dolorose ma necessarie sono state le scelte recentemente assunte dalla direzione nazionale del partito, sia in ordine all'apparato centrale drasticamente ridimensionato che rispetto all'azione di risanamento del nostro quotidiano, Liberazione. Se a questo aggiungiamo la pesante eredità che ci ha consegnato il precedente gruppo dirigente, che ha alimentato la scissione nella prima parte di quest’anno, la difficoltà risulta ancor maggiore. La profonda opera di risanamento economico realizzata nella fase del commissariamento rappresenta solo la precondizione per andare avanti, liberi dai fardelli dei debiti che in maniera che eufemisticamente potremmo definire avventata erano stati accumulati. Tale situazione ci induce la convinzione che fondamentale sarà, d’ora in avanti, la nostra capacità di essere, come partito nella provincia di Terni e in Umbria, autonomi ed autosufficienti dal punto di vista finanziario. Il punto è che affrontare il tema dell'autofinanziamento in questa fase significa ripensare il nostro agire politico. Centrale sarà la contribuzione degli eletti, ma occorre da subito lavorare ad una prospettiva che non leghi la nostra capacità di sussistenza soltanto a questa fonte di finanziamento. Nella costruzione delle iniziative politiche, pertanto, occorre rivolgere una cura inedita alle forme, diversificate fra loro, di autofinanziamento. Analoga attenzione e cura andrà rivolta, a differenza del passato, alla campagna di adesione al partito. Il tesseramento, nel passato, è stato considerato al pari di un appesantimento burocratico. Si tratta di un errore che oggi sarebbe pericoloso ripetere. Il tesseramento deve essere una pratica costante che attraversi ogni iniziativa che i circoli producono. Il futuro dipartimento organizzazione dovrà lavorare per l'affermazione di questa nuova concezione delle campagne di adesione al partito, consapevoli anche del contributo che ciò potrà apportare nell'ottica dell'autofinanziamento. Condividi