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di Nicola Bossi Sono oltre mille i lavoratori umbri che stanno aspettando da mesi il primo assegno della cassa integrazione straordinaria. Chi da quattro e chi anche da nove mesi, perso il lavoro, non ha nessun reddito. Nessun sostegno. C'è chi, a 50 anni, è costretto a ricorrere alla pensione dei genitori over 70. La situazione è al limite. Tutto questo per colpa della crisi e della burocrazia. La strada che porta al diritto alla cassa integrazione è lunghissima. Nonostante ci siano delle convenzioni regionali che dovrebbero accorciare questo tortuoso percorso. Come ad esempio la convenzione Regione e Inps che prevede per la chiusura della pratica 30 giorni. E' necessario, per il bene delle persone, invertire la rotta. Cambiare questa umiliante via. Cisl, Cgil e Rifondazione lo stanno invocando con atti concreti. Rifondazione ha proposto, con apposita legge, un reddito sociale di natura regionale che può essere erogato in maniera veloce. La Cisl ha chiesto l'intervento della Regione per accorciare le tappe burocratiche. "Quattro passaggi: azienda- Regione- Direzione del lavoro e Inps sono davvero troppi" ha scritto Claudio Ricciarelli segretario Cisl regionale "Si deve ridurre il tutto a due (Regione – Inps), assegnando alla Direzione del lavoro funzioni ispettive anche su questa materia. Si deve contemplare inoltre la possibilità di anticipazione diretta da parte dell’Inps del sussidio stesso a favore dei dipendenti interessati da sospensioni temporanea del lavoro. Infine potenziare gli uffici con più personale". Mentre la Cgil sta preparando il suo presidio per una nuova strategia di sostegno per lavoratori a rischio lavoro o che lo hanno perso. Un presidio che sarà realizzato domani davanti alla Prefettura. Ma non solo i tempi sono alla base della critica. Il diritto alla cassa integrazione straordinaria non è diritto per tanti lavoratori umbri. Al bando sono messi chi ha contratti di lavoro accessorio, a chiamata, contratti di inserimento, tirocini, associazioni in partecipazione, buona parte dei lavoratori somministrati e co.co.pro. Condividi