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Si era intestardito, mettendosi contro tutto e tutti, nel voler raddoppiare l’impianto che gestisce lo smaltimento dei liquami suini costruendo una seconda “laguna” per lo stoccaggio dei liquami, della portata di circa 90.000 metri, cubi accanto a quella esistente. Sfoderando il classico piglio decisionista da sindaco di An, non aveva voluto sentire ragioni, fregandosene di come che pensavano i suoi amministrati stufi di sopportare una tremenda puzza, ed aveva disposto perfino l’esecuzione urgente dei lavori su un area a forte impatto ambientale, assai prossima al fiume Chiascio e assai pericolosa in caso di esondazione. Del resto era diventato primo cittadino di Bettone, amena località in provincia di Perugia, per pure combinazione, approfittando della divisione che si era prodotta a sinistra con la presentazione di due liste contrapposte, e aveva anche contratto un preciso impegno da onorare con gli allevatori di suini del posto, sui accaniti sostenitori, che gestiscono l’impianto in cooperativa. Non paghi di aver già ammorbato un territorio ricco di risorse paesaggistiche e culturali, si ripromettono di andare ancora oltre, moltiplicando stalle e capi da mandare al macello. Solo che questa volta i conti non gli sono tornati, perché ci si è messa di mezzo la magistratura che ha disposto il sequestro di quell’area, dove erano già in corso i lavori. Sequestro preventivo sollecitato dal comitato popolare che ha guidato la protesta, richiesto dalla Procura e prontamente eseguito dai carabinieri del Noe, per inadempienze e irregolarità in materia urbanistica. Condividi