di Nicola Bossi
E' ripreso questa mattina il processo sulla morte di Meredith Kercher che vede come indagati Raffaele Sollecito e Amanda Knox; entrambi presenti in aula. L'udienza si è aparta con un attacco congiunto delle difese nei confronti della relazione sul Dna, elaborata dalla dottoressa Patrizia Stefanoni, e sulla mancanta messa a disposizione di alcuni atti - sulle analisi dei reperti - a favore delle difese.
La parola è stata presa ad inizio udienza dall'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito che ha chiesto la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto con il quale è stato disposto il processo e l'inutilizzabilità di alcuni stralci della relazione sul materiale genetico analizzato sui reperti. "E' stato leso il diritto della difesa - ha spiegato in aula Bongiorno che ha presentato anche una memoria scitta - sugli esami del Dna. Un elemento per noi fondamentale dato che le accuse rivolte a Sollecito si basano esclusivamente su materiale genetico, secondo l'accusa, ritrovato su reperti riguardanti l'omicidio. Le prove del Dna non sono una semplice equazione, ma richiede una lettura e una interpretazione. Infatti i due consulenti interpellati, dell'accusa e della difesa, hanno dato una interpretazione diversa. La relazione del consulente dottoressa Stefanoni è paragonabile ad un'etichetta dove si danno risultati senza spiegare il procedimento utilizzato. Mancano grafici e passaggi".
Un'assenza di file che avrebbero leso il diritto della difesa dato che potevano indirizzare differentemente l'operato dei difensori. E per l'avvocato Giulia Bongiorno ha creato problemi anche al Gup che ha determinato il rinvio a giudizio di Sollecito e Knox. "Il Gup - ha spiegato in aula il legale - senza questi atti relativi alla relazione sul Dna ha preso una decisione al buio".
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