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di Isabella Rossi Al Municipio di Bettona domenica mattina una calca di persone assiepate lungo la scalinata che conduce alla Sala del Consiglio, strette nella opprimente calura, che come il disastro ambientale dichiarato dagli atti della Procura, si stende impietosa per ettari ed ettari di terra del territorio circostante. L’inchiesta “Laguna de Cerdos”, con i suoi 86 indagati, gli undici arrestati, tra i vertici della Codep, e le circa sessanta aziende coinvolte, ha scosso la cittadina umbra. Il ping pong di accuse tra maggioranza e opposizione non ha offerto grandi colpi di scena ma uno spaccato sociale più che politico. Il vice sindaco e assessore all’ambiente, Valerio Bazzoffia (Lista civica), ha respinto al mittente le richieste di dimissioni inviate da Stefano Frascarelli, ex sindaco e firmatario di quell’esposto che ha dato il via alle indagini della Procura. “Il comune di Bettona si costituirà parte civile. Siamo tutti innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, ognuno è libero di sentirsi vicino agli arrestati. Io mi ci sento” ha dichiarato Bazzoffia. Frascarelli ha ricordato che “la prima denuncia l’ho avuta io. Sono stato denunciato dal presidente Codep per diffamazione”. Lui, eletto sindaco nel 2004, con una lista civica per l’ambiente, si è visto sottrarre la poltrona da un improvviso cambio di rotta di tre consiglieri di maggioranza, andati a dimettersi davanti al notaio. Con il cambio di amministrazione “qualcuno ha invece preferito controllare lo scarico di un cittadino (Luigi Pasinato, vice presidente del Comitato per l’Ambiente di Bettona, ndr), ha riferito l’ex sindaco ricordando: “Ho denunciato il depuratore che era nostro. Io lavoro in sanità per me i nitrati sono veleni”, e ha aggiunto: “Ci sono connivenze con la pubblica amministrazione, tutt’ora in atto, che hanno permesso di eludere i controlli”. Nessuna possibilità di scioglimento dell’accordo con Codep, perché “blindato”, per Bazzoffia. Che dire allora di quelle “centraline di controllo “che dovevano essere montata dall’Arpa Umbria che non lo ha ritenuto necessario?” ha rincarato il vice sindaco. Alla minoranza in consiglio il sindaco, Lamberto Marcantonini (Lista civica) e il vice sindaco hanno chiesto di seppellire l’ascia e votare una mozione per “l’ intervento in Umbria del Ministero dell’ambiente”, che istauri una specie di commissario speciale. Visto che “la laguna da 25 anni ha il fondo tagliato. Non si è mai visto il problema. La regione aveva i fondi stanziati ma una determina dirigenziale li ha dirottati”. Ora risulta, dunque, che “in trent’anni gli allevatori stoppavano il depuratore e riversavano sul Chiascio”. Per il sindaco la Regione e l’assessore Bottini “sono i principali responsabili del disastro ambientale”. Ma per i gruppi di minoranza è necessaria un’altra puntualizzazione. Ribadisce Frascarelli: “ io addosso a questa amministrazione molte colpe, prima di tutto quella di controllore dell’impianto, sotto la responsabilità di sindaco e vice sindaco, e di aver convinto gli allevatori della Codep che si poteva andare avanti così. Tutto questo non sarebbe successo se avessero dato retta che si dovevano mettere in regola. Se si fosse affrontato un percorso insieme di valorizzazione del depuratore la riduzione dei capi sarebbe venuta da sola e non assisteremo oggi con mio grande rammarico all’arresto di persone che sono ed erano anche amici miei. Il rammarico più grande è tuttavia il disastro ambientale. Questo era un terrreno ad alto pregio”. Al consigliere Gianluca Schippa (Prc), preme che i gruppi di minoranza convochino al più presto un consiglio comunale su tre punti: la revoca della gestione impianto Codep, la richiesta di dimissioni del sindaco, e la definizione di un appuntamento con il prefetto per lo scioglimento del consiglio comunale. Condividi