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Sulla grave situazione dell’attività zootecnica di Bettona - Lorena Pesaresi dell’esecutivo regionale PD dell’Umbria-responsabile ambiente e sostenibilità - ribadisce, ancora una volta, l’esigenza imprescindibile di radicali soluzioni alle problematiche legate, in particolare, all’eccessiva presenza di capi suini nel bettonese e nei Comuni limitrofi, all’esigenza di controlli ambientali e sanitari più efficaci sull’attività degli allevatori rendendo pubblici i loro risultati a partire dai Consigli comunali e alla necessità di separare gli interessi tra chi smaltisce e chi produce reflui. I conflitti sociali, oltre a quelli ambientali e sanitari prodotti, negli anni, in questa vasta e pregiata area dell’Umbria, richiedono una forte assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni preposte, degli organi di controllo e di tutti i soggetti coinvolti, nel dare risposte ai legittimi problemi posti dai cittadini, dalle associazioni e dai Comitati. Ciò implica ripensare le funzioni di questo territorio che negli ultimi decenni ha visto mutare radicalmente le sue caratteristiche sociali, urbanistiche e ambientali. E’ ormai tempo che la politica faccia di più e meglio la sua parte. Da tempo il Partito Democratico dell’Umbria – afferma Lorena Pesaresi - ha posto al centro del suo progetto politico le annose questioni degli allevamenti, soprattutto suinicoli, privilegiando il confronto con i cittadini e avanzando proposte che crediamo possano trovare consenso da parte di tutti, così come, del resto, abbiamo fatto anche per analoghe situazioni del perugino (vedi S.Enea e San Martino in Colle). Crediamo che non serva a nessuno dire “NO a tutto” o semplicemente SI o NO, nella fattispecie, all’adeguamento dell’impianto di depurazione di Bettona che riteniamo utile, se non altro, per far rispettare gli standard che la normativa italiana e comunitaria impone per gli allevamenti zootecnici, troppo spesso disattesa dagli operatori del settore e che oggi non dovranno più eludere. L’adeguamento dell’impianto– ribadisce ancora Lorena Pesaresi – è importante per ridurre le enormi quantità di azoto presenti nei reflui, per garantire, con le più innovative tecnologie, la sicurezza sanitaria e ambientale dell’impianto migliorando le attuali e assai precarie condizioni dello stesso. In concreto, ciò che riteniamo vada fatto subito per la salvaguardia ambientale, della salute dei cittadini, della biodiversità e degli ecosistemi, sia principalmente il blocco dell’espansione degli allevamenti nella zona e la progressiva riduzione dei capi suini, ovvero la necessità di stabilire non tanto quanti suini possono essere contenuti in un determinato impianto, quanto i carichi ammissibili di suini che possono essere “sopportati” da un territorio di tale portata. Così come è ormai tempo di delocalizzare le stalle dai centri abitati ripensando i Piani Regolatori dei Comuni interessati, affinché vengano stabilite regole nuove e certe per la salvaguardia e lo sviluppo ecocompatibile dell’economia regionale. Tutto ciò è possibile anche attraverso alcune scelte di riconversione delle destinazioni d’uso degli impianti zootecnici puntando nella filiera ambiente-cultura-turismo-agricoltura. Coniugare, in sintesi, crescita economica, salvaguardia del territorio e qualità della vita, specie quando si è in presenza di forti impatti ambientali come quelli derivanti da un’attività zootecnica intensiva come quella di Bettona, non è cosa facile ma neanche impossibile... Condividi