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Scattata nel perugino l'Operazione del Noe "laguna de cerdos" che ha disarticolato un`organizzazione dedita al traffico illecito degli scarti della depurazione: nel mirino la cooperativa di allevatori che gestisce il depuratore comunale di Bettona che, "con la complicità di alcuni soggetti inseriti negli organismi pubblici di controlli", spargendo i reflui del depuratore, soprattutto i residui degli allevamenti di suini sui terreni, secondo gli accertamenti del Noe ha inquinato anche i pozzi che portano l'acqua alle case, "provocando un vero e proprio disastro ambientale". Sessanta le aziende coinvolte che scaricavano reflui inquinanti degli allevamenti dei suini, dieci arresti e 96 denunce per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi, avvelenamento delle acque, disastro ambientale e falso. Il Gip di Perugia Claudia Matteini, accogliendo integralmente le richieste del pubblico ministero - spiega il Noe - ha disposto la custodia cautelare in carcere di 4 componenti o ex componenti del consiglio di amministrazione della cooperativa che gestisce il depuratore, tra cui il presidente ed il vice presidente, e gli arresti domiciliari per 3 dipendenti dell`Arpa Umbria che operavano nel territorio di Assisi - Bastia Umbra, e 3 tra imprenditori zootecnici, uno residente a Brescia, e trasportatori. Complessivamente le persone denunciate all`autorità giudiziaria sono state 96 per vari reati ambientali. È in fase di esecuzione - spiega il Noe - nei comuni di Bettona, Bastia Umbra, Cannara, Todi e Brescia l`operazione "laguna de cerdos", coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, pm Manuela Comodi, e condotta dal Noe di Perugia, con la collaborazione dei militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell`Ambiente e dell`arma territoriale, che ha disarticolato un`organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi costituiti dagli effluenti della depurazione principalmente di reflui zootecnici di origine suinicola". L`indagine, avviata nel 2006, è partita da alcune lamentele di cittadini e da una segnalazione dell`allora sindaco del Comune di Bettona, in provincia di Perugia, sulla gestione dell`impianto di depurazione comunale che serve oltre 40 allevamenti industriali, per un bacino di utenza distribuito nei comuni di Bettona, Bastia Umbra e Cannara di circa 100mila capi suini. Dagli accertamenti - spiega il noe di Perugia - è emersa una complessa organizzazione che gravitava intorno alla cooperativa di allevatori incaricata della gestione del depuratore, destinato al trattamento dei reflui suinicoli e delle acque di vegetazione di frantoi oleari da cui si estrae biogas per la produzione di energia elettrica, che secondo le accuse smaltiva i residui finali, liquidi e solidi, illecitamente ovvero spargendoli su terreni agricoli. In particolare, "gli enormi quantitativi di reflui derivanti dal trattamento - nel 2006 ne sono stati conferiti al depuratore oltre 380mila metri cubi - contenenti elevati quantitativi di azoto, erano smaltiti mediante lo spandimento indiscriminato su limitate ed insufficienti superfici di terreno, gran parte delle quali classificate vulnerabili ai nitrati". I liquami - spiega il Noe - penetrando nel terreno, hanno danneggiato gravemente le sottostanti falde acquifere, tanto che dalle analisi effettuate su pozzi privati circostanti, destinati anche ad usi domestici, sono emersi parametri relativi ai nitrati di molto superiori a quelli ammessi dalla legge, provocando un vero e proprio disastro ambientale. Le attività illecite - sottolineano gli investigatori - "sono state poste in essere con la complicità di alcuni soggetti inseriti negli organismi pubblici di controllo i quali, anzichè procedere alle previste e doverose verifiche, hanno consentito, attraverso un`artificiosa interpretazione normativa, che le attività venissero svolte nell`assoluta assenza di ogni forma di notificazione all`autorità competente". Successivamente, nel tentativo di depistare i controlli e regolarizzare formalmente) le attività illecite, sono stati prodotti documenti ed attestazioni irregolari e false, sia in relazione alla destinazione dei reflui finali sia in relazione ai terreni disponibili per lo smaltimento, oltre al tentativo di realizzare manufatti abusivi (nel novembre 2007, era stato sequestrato a Bettona un terreno destinato alla realizzazione di un invaso per i reflui della capacità di circa 84.000 metri cubi). In molti casi il Noe ha accertato che i terreni venivano messi a disposizione anche da privati, per riscuotere i canoni di affitto; in altri i terreni venivano messi a disposizione solo "sulla carta" senza possibilità di utilizzo perché situati in alta montagna o in comuni molto distanti e raggiungibili solo con autobotti di cui non vi era disponibilità. Condividi