Maria Pellegrini, bellissima penna che sembra dipingere i fogli con le sue parole, scrive un libro di altissimo valore nell'anno di Dante e sceglie una traccia particolare e inusuale, di inimitabile piacere nella lettura: la storia di Roma attraverso le terzine del sommo poeta. Ritroviamo così attraverso i tre canti la presenza di Imperatori, Eroi, Uomini di politica e di religione che rivovono e prendono forma descritti e raccontati nel viaggio di Dante.

Il professor Giorgio Bonamente dell'Università di Perugia ha curato la prefazione del libro di Maria Pellegrini.
 

Un confronto diretto tra Dante e la storia di Roma, repubblicana e imperiale, mettendo in un canto la mediazione della cultura storica medievale dei Maestri più o meno diretti del Poeta, è un contributo alla rilettura dei versi della Divina Commedia o delle pagine del De monarchia nella loro potente capacità di scolpire figure di donne e di uomini piene di passione politica, di virtù e di colpe.

Maria Pellegrini propone la lettura di tre grandi personalità femminili che hanno segnato l’immaginario antico, medievale e moderno su Roma, quali Lucrezia, Cornelia e Giulia e una più ampia serie di sedici protagonisti maschili presenti nell’opera di Dante, con  un piglio originale di cui indico due caratteri evidenti: a) la proposta di una galleria completa dei protagonisti del mondo romano, b) la lettura immediata, diretta, delle espressioni di Dante, lasciando sullo sfondo, per precisa scelta interpretativa, il patrimonio di tradizioni culturali che l’Antichità classica e, in termini specifici, il Medioevo avevano annesso a ciascuna di tali figure esemplari.

Il volume è imperniato sul capitolo centrale: “I personaggi”, in cui emergono tanto le personalità storiche quanto la lettura che ne ha dato il Poeta, con precisi riferimenti alla loro funzione narrativa e ideale. Naturalmente Giulio Cesare, Augusto, Traiano, Costantino e Giustiniano fanno la parte del leone (meglio dire: dell’aquila) in ambedue le direzioni, ma l’Autrice procede avendo di mira l’organicità nell’esposizione delle singole figure storiche, privilegia la visione generale della visione dantesca della complessa storia di Roma e rinuncia a dilungarsi sulle figure maggiori.

Chi avvertisse la necessità di leggere Dante tenendo presente la distanza tra le immagini offerte dalle sue fonti dirette di ispirazione e quelle offerte dalle fonti classiche, trova una guida nel capitolo “Virgilio, Ovidio, Lucano riecheggiano nella Commedia” e nei due “apparati”, costituiti da una rapida delineazione delle fonti storiche classiche e da una ampia bibliografia che guida nella vasta bibliografia su Dante.
 

Per altro verso, l’Autrice non ha voluto rinunciare a una messa a punto della concezione politica di Dante e della sua visione della storia romana nel capitolo “Sulla natura provvidenziale dell’impero romano in Dante e Virgilio”, anch’esso stringato ma preciso e funzionale.

Nell’insieme, un volume che propone di capire Dante attraverso le sue parole e offre un quadro organico delle figure del mondo antico che egli ha incastonato nella sua possente costruzione.    

                                                                    

 

 

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