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di Daniele Bovi Primum vivere, anzi vincere, deinde philosophari. Questa è la linea della segreteria regionale del Partito democratico dopo la lettura dei giornali locali della mattina: su La Nazione e il Corriere dell'Umbria è andato infatti in scena il Catiuscia Marini show. La zarina di Todi ed ex candidata al parlamento europeo, dopo la mancata elezione non le ha mandate a dire e ha sparato a palle incatenate contro la segreteria regionale e quella provinciale del partito. Breve sintesi del Marini pensiero: "Sarebbe servito - dice la Marini alla Nazione riferendosi a Stramaccioni e alla Bruscolotti - che alcuni di questi signori, invece di lavorare per essere fedeli ai capi nazionali, si fossero spesi in ogni sede per affermare l'esigenza di esprimere, in Europa, una rappresentanza del nostro territorio. E invece hanno, in concreto, accettato che dalle urne uscissero i nomi di cinque laziali e di un toscano che, poi, ce l'ha fatta perché il suo mandante romano lo ha tutelato in ogni modo". E se ancora non fosse chiaro: "La segreteria provinciale di Perugia non è pervenuta per tutta la campagna elettorale. Mi sarei aspettata un autorevole impegno, invece hanno scelto come sempre la 'fedeltà' agli ordini dei capi nazionali anziché la difesa della propria regione". La Marini poi non è d'accordo sulla linea post-voto tenuta dalla segreteria regionale. Se la Bruscolotti vuolle serrare i ranghi e lavorare per la vittoria ai ballottaggi, la Catiuscia furiosa la pensa invece molto diversamente: "Sono perplessa che serva la tattica del 'silenzio' forzato o del rinvio della discussione". E ancora, leggendo le dichiarazioni della Marini, si rivelano giuste le indiscrezioni raccolte ieri da Umbrialeft (per leggere clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/19239) a proposito di una discesa in campo della Catiuscia furiosa sullo scacchiere politico regionale, per la precisione verso la presidenza della Regione. A Gianfranco Ricci de La Nazione, la zarina di Todi dice: "Ho ricevuto decine di telefonate imbufalite: mi sollecitano a tirarmi su le maniche. Questo significa che mi metto in gioco in prima persona: ci sono e intendo competere. E' irrinunciabile farlo. Ognuno tesserà la tela che ha". In molti, secondo quanto raccolto da Umbrialeft, nel Pd di Todi la sostengono e le dicono di avere "un assegno in bianco". Sopra, aggiungiamo noi, c'è il numero 63mila: come le preferenze raccolte. Interpellata da Umbrialeft la segretaria regionale del Pd Bruscolotti non commenta e ribadisce: "Dobbiamo lavorare tutti quanti insieme e uniti per fare il miglior risutato ai ballottaggi. Domani ci sarà il comitato politico e poi l'assemblea provinciale. Subito dopo il voto partirà la riflessione per continuare a consolidare il lavoro fatto finora dal Pd. Un confronto non per dividerci ma per confrontarci senza chiudere gli occhi di fronte ai segnali che il nostro elettorato ci ha lanciato". Primum vivere, anzi vincere, deinde philosophari. Condividi