di Nicola Bossi
Alle ultime elezioni amministrative, per la prima volta in assoluto, c'è stata anche una caccia al voto delle diverse comunità straniere. In particolare quella di fede islamica - divisa per etnie e quasi impossibile da controllare - e quella romena. Soprattutto quest'ultimi erano contesi in maniera speciale. Eh già perchè i romeni residente a Perugia, essendo comunitari, votavano per la prima volta. Un bacino potenziale di 600 voti. Il candidato Pino Sbrenna del centrodestra è stato il primo a muovere passi verso questa risorsa di voti: l'esca era una candidata romena che, accordi alla mano, almeno 250 voti avrebbe portato alla lista civica di Sbrenna. Le cose sarebbero andate bene fino a cinque giorni dal voto. La contromossa è stata del più votato della lista Sinistra e Socialisti, Nilo Arcudi, che ha aperto un canale sui romeni, ricordando che avrebbe vinto al primo turno Boccali e lui si sarebbe fatto garante di questa minoranza. I romeni vogliono una sede per ritrovarsi. Nulla d'eccezionale. Arcudi è stato certamente convincente dato che la candidata romena di Sbrenna ha preso soltanto 2 voti.
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