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di Nicola Bossi E' stata Arline Kercher, madre di Meredith la ragazza inglese uccisa il 1 novembre del 2007, la prima a deporre all'udienza di oggi che è iniziata intorno alle 9,30 e che vedrà salire sul bando dei testimoni gran parte della famiglia della vittima. Arline ha risposto - grazie all'aiuto di una traduttrice - a tutte le domande poste sia dall'avvocato di fiducia Francesco Maresca che dal Pm Giuliano Mignini. "Il primo novembre, giorno dell'omicidio di mia figlia, abbiamo fatto una lunga chiacchierata telefonica nel primo pomeriggio" ha affermato Arline "Meredith mi aveva detto di essere molto stanca dato che la sera prima per la festa di Hallowen aveva fatto tardi. Nel pomeriggio comunque sarebbe andata da alcune sue amiche a vedere un film e poi subito a casa. Era stanca e in più doveva finire alcuni compiti universitari". Arline aggiunge inoltre che con la figlia, quel nefasto primo novembre del 2007, aveva parlato a fondo anche dei progetti futuri. "Metz - spiega - aveva già ordinato dei biglietti di viaggio per tornare a casa in occasione del mio compleanno: l'11 novembre. Sarebbe partita il 9 novembre. Poi mi aveva detto che per Natale sarebbe rientrata da Perugia intorno al 18 dicembre e che bisognava in fretta prenotare i biglietti dato che dopo il costo sarebbe notevomente cresciuto". L'avvocato Maresca - legale della famiglia Kercher - ha chiesto ad Arline come ha saputo della morte. La donna risponde a fatica oppressa dal dolore: "E' terribile mandare una figlia a studiare e poi non vederla ritornare più. Noi non supereremo mai questo lutto: soprattutto per la brutalità e la violenza che ha subito nostra figlia". Condividi