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di Nicola Bossi A due giorni dall'incontro tra il candidato Wladimiro Boccali e la Cgil, quest'ultima non lesina qualche colpo di fioretto, a destra e manca, a riguardo dei temi trattati nella campagna elettorale 2009. Per Mario Bravi, uomo e lavoratore di sinistra che ora rappresenta la Camera del lavoro di Perugia, si parla poco, anzi per niente, di due temi chiave: la crisi economica profonda che colpisce migliaia di persone e le prospettive di tutti e la tutela del lavoro. "Questo succede solo in Italia - spiega Mario Bravi - perché per esempio in Germania, la vicenda della Opel e delle difficoltà del mondo del lavoro, è uno dei temi su cui si misurano le forza politiche anche in vista delle prossime elezioni politiche che si svolgeranno a settembre. Siccome anche il nostro Paese sta in Europa, pensiamo che questo costituisca un ritardo che va colmato e lo diciamo nella nostra autonomia di forza sindacale, perché riteniamo utile che le forze politiche riprendano a discutere le istanze del mondo del lavoro e, se ci riescono, in qualche modo a rappresentarle nelle sedi istituzionali". La riflessione politica su economia e lavoro deve essere fatta anche nella Provincia di Perugia dove i dati della Cgil indicano una situazione esplosiva. "Il numero dei cassintegrati ha superato le 10.000 unità - spiega Bravi -, addirittura più alto è il numero delle persone che hanno fatto richiesta di disoccupazione. Oltre a questo è evidente, che in prospettiva c’è un rischio ancora più rilevante ed è rappresentato dal fatto che, sta finendo la cassa integrazione e quindi diventa fondamentale una risposta positiva alla richiesta formulata dalla CGIL Nazionale di portare le settimane di cassa integrazione da 52 a 104. Deve essere chiaro che, se questa richiesta non venisse accolta, c’è il rischio che le aziende passino alla fase successiva, che è quella dei licenziamenti". Sarebbe utile sapere che cosa dicono le forze politiche su questo. Così come sulla crisi della fascia appenninica, dove si rischia di perdere 4.000 posti di lavoro su 70.000 abitanti e sulla situazione dell’Alta Umbria, in difficoltà per le vicende legate alla automotive. Condividi