di Nicola Bossi
Il primo maggio a Ripa - quella parte di Perugia che vede le montagne di Valfabrica e di Gualdo Tadino - è successo, forse, qualcosa di non bello per la campagna elettorale perugina e umbra. Un volantino distribuito in quantità nelle periferie della città invitava la popolazione ad incontrarsi con il candidato a sindaco Carla Spagnoli del movimento per Perugia. In questo volantino patinato si chiedeva ai cittadini di portare un curriculum vitae personale e subito dopo si specificava "non ti promettiamo un lavoro ma ci impegneremo...." per creare lavoro e benessere.
Insomma curriculum, convegno sul lavoro, nel giorno dei lavoratori, impegno e un precedente politico illustre. Insomma farebbe pensare che quel curriculum chiesto dalla lista e dal candidato sindaco serva per qualche verso di ricordarsi di qualcuno in caso di vittoria oppure nel caso che qualcuno vada da questo movimento chiedendo: devo assumere qualcuno chi mi consigliate?
Ma può un candidato, una lista per giunta in piena campagna elettorale chiedere dei curriculum ai cittadini, magari senza lavoro, anche se non garantisce niente? Può un candidato e un movimento sostituirsi a delle aziende oppure agli uffici del lavoro? E quei curriculum valgono più di altri in caso di una vittoria politica?
In Abruzzo accadde la stessa cosa con l'attuale Governatore Chiodi che tramite gazebo aveva promosso la raccolta di curriculum. Morale: fu costretto a ritirare la campagna e fu attaccato giustamente da tutti i partiti competitori. Non c'è il rischio che chiedere curriculum nel giorno dei lavoratori per giunta da un cognome pesante come quello Spagnoli che a Perugia vuola dire lavoro, progresso, benessere e crescita professionale, possa non creare delle attese ingiuste nonostante le premesse del volantino?
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