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Abbiamo presentato il simbolo e dato vita a una lista di sinistra, anticapitalista che unisce quattro forze politiche (Prc, Pdci, Socialismo 2000, Consumatori uniti) in una comune proposta politica per l'Europa. Lo abbiamo fatto e continuereremo a farlo anche attraverso il contributo e le candidature di molti esponenti della sinistra, del mondo del lavoro e sindacale, del movimento femministra e ambientalista, del movimento pacifista. Questa lista, che lavora per un'uscita dalla crisi fondata sulla democrazia economica, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, rappresenterà un importante raggruppamento anticapitalista, comunista, socialista di sinistra, ambientalista in Italia e in Europa, e si ritrova intorno ai valori e ai simboli storici del movimento operaio italiano. Chi vota la nostra lista saprà da subito dove andranno a sedere i nostri eletti e rappresentanti: nel gruppo del Gue/Ngl e nella Sinistra Europea, e cioè all'opposizione delle politiche liberiste di Maastricht e di Lisbona che hanno prodotto l'attuale devastante crisi economica europea e mondiale, politiche che vengono da molti anni votate e sostenute da tutti gli altri gruppi politici eletti in Europa, dai popolari ai socialisti passando per i liberali. Una vera "grande coalizione" liberista e antipopolare che vede e vedrà unite tutte quelle forze politiche che oggi fanno finta di contrapporsi in Italia, dalla Pdl di Fini e Berlusconi al Pd di Franceschini, passando per Di Pietro e Casini. Chi vota la nostra lista invece vuole uscire da sinistra e dalla crisi in Italia come in Europa da sinistra, tenendo assieme diritti sociali e diritti civili, chiedendo il pieno rispetto delle libertà dell'individuo nel campo delle sue scelte affettive ed individuali come in quello etico insieme a un forte intervento pubblico in economia e alla nazionalizzazione delle banche, lottando per un'Europa libera, giusta e socialmente avanzata, ma anche per un'Europa neutrale e pacifista in politica estera, non asservita alle politiche della Nato, per una politica di pace e di democrazia. Il nostro dunque non è un cartello elettorale ma una proposta politica precisa: riteniamo che si possa uscire dalla crisi, in Italia e in Europa, promuovendo più libertà e più eguaglianza, contro le politiche di un governo di destra che invece punta al totale e sfrenato liberismo e deregulation in economia ma che promuove politiche anti-liberali e totalitarie nel campo dei diritti civili. A tal fine le quattro forze politiche che hanno dato vita a questa lista hanno deciso di riunirsi in un coordinamento che proseguirà anche dopo le elezioni. COSA PROPONIAMO PER LA PROVINCIA DI TERNI.. A conclusione di un percorso di confronto politico e programmatico tra le forze politiche del centrosinistra della provincia di Terni, a più riprese reso problematico dall’aspra dialettica interna al PD, il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani pongono con forza alle altre forze politiche ed in particolare al Partito Democratico l’esigenza di ottenere risposte chiare e nette in ordine ai punti programmatici che noi abbiamo ritenuto indispensabili per poter dar corso alla costruzione di una nuova alleanza. Le questioni che noi riteniamo imprescindibili sono di seguito brevemente richiamate: 1. Innovazione e cambio di passo nell’azione amministrativa della provincia e dei comuni per saper al meglio interpretare le nuove esigenze che la fase attuale ci consegna. Un ciclo decennale di governo del territorio nel bene e nel male si è chiuso e il nuovo ciclo da avviare deve fondarsi su basi diverse. 2. Centralità della crisi economica globale nelle piattaforme programmatiche, sia per quanto attiene i modelli di sviluppo economico sia per quanto concerne il potenziamento dello stato sociale per attenuare gli effetti della crisi sulla vita delle persone e delle famiglie. Da questo punto di vista occorre integrare tutti gli strumenti di sostegno al reddito delle famiglie, ed in maniera particolare della famiglie dei lavoratori colpiti dagli effetti delle crisi industriali, potenziandoli e generalizzandoli. La riforma dei sistemi di welfare locale deve muoversi da questa esigenza selezionando, nelle politiche di bilancio degli enti locali, le principali priorità nei flussi di spesa pubblica. Il potenziamento dello stato sociale, che il Governo Berlusconi sta rapidamente smantellando, è la principale delle priorità. Gli enti locali, anche attraverso la collaborazione del terzo settore e di altri soggetti (Caritas e Fondazioni di origine bancaria) dovranno integrare e rafforzare le misure straordinarie di sostegno al reddito già introdotte dalla Regione Umbria. La riforma del welfare, infine, non potrà che essere incentrata sulla risposta ai nuovi bisogni che la contemporaneità fa emergere. 3. Mantenimento e potenziamento della vocazione industriale e manifatturiera del territorio attraverso l’innovazione, la ricerca e la valorizzazione dei talenti che il territorio offre. L’uso di contenitori formidabili come il compendio Bosco non potrà, pertanto, che essere destinato a nuove iniziative produttive che generino occupazione. 4. Questione ambientale come volano di sviluppo. La “green economy” non deve essere un tema da sviluppare nei convegni ma una costante del profilo riformatore dei governi locali. In questo senso è centrale sia il raggiungimento dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti posto dal piano regionale, che la costruzione, attraverso politiche industriali serie, della filiera produttiva del riciclaggio e del riuso, trasformando quello che abbiamo conosciuto come il polo dell’incenerimento a Maratta (Terni) nel futuro polo del riciclaggio. Parimenti importante è la drastica riduzione di consumo del territorio per interventi di edilizia che deve essere sostituito da interventi di riqualificazione dei centri storici e del patrimonio immobiliare esistente rilanciando il tema della risposta al disagio abitativo all’interno degli strumenti regionali, al contrario di quanto sta facendo il governo nazionale. 5. Difesa e valorizzazione dei beni comuni intesi come diritti inalienabili. A tal proposito occorre prendere atto degli errori compiuti in questi anni relativamente al servizio idrico operando per perseguire l’obiettivo della ripubblicizzazione dell’acqua. 6. Nuovo rapporto tra “governanti” e “governati” che ponga il tema della partecipazione e degli strumenti che la possano rendere effettiva e non retorica come uno dei fondamentali tratti distintivi della nuova alleanza. Dalle risposte che otterremo ai punti sinteticamente richiamati, peraltro già assunti in pieno nell’elaborazione programmatica al tavolo regionale del centrosinistra, e dalla pari dignità fra le forze politiche che dovrà connotare il pluralismo nel centrosinistra, dipenderà la possibilità di costituire una nuova alleanza che si candidi a governare gli enti locali del nostro territorio. Condividi