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di Daniele Cibruscola PERUGIA – “I dati forniti dalle associazioni e dall'Istat indicano una pressione su certe fasce sociali che non tende affatto a diminuire, una situazione che Rifondazione Comunista denuncia da tempo”. Esordisce così Stefano Vinti – Segretario Regionale del Prc – al seminario organizzato ieri dal suo stesso partito per discutere del 4° rapporto dell'Osservatorio regionale sulle povertà in Umbria. L'incontro si è tenuto alla presenza di Paolo Montesperelli – curatore del Rapporto oggetto di discussione – che del lavoro svolto dall'Osservatorio ha fornito dati e statistiche di un'Umbria che non ce la fa, di una fetta di regione che fatica ad arrivare a fine mese e che è costretta, quotidianamente, a campare di espedienti. Perché le famiglie “in difficoltà”, quelle che si attestano più o meno stabilmente sotto la soglia di povertà, sono circa il 7,3% nella nostra regione; ma anche perché, come ha tenuto a sottolineare Vinti, “Il potere d'acquisto dei lavoratori Umbri è più basso del 10% rispetto a quello di tutte le altre regioni del centro-nord. Ora io non so se siamo gli ultimi del centro o i primi del meridione...ma di fatto cambia poco”. Il problema è comunque più vasto, riguarda l'intera nazione, e questo Vinti lo sa bene: “I problemi del Paese sono principalmente due – ha infatti dichiarato – innanzitutto il livello di salari e pensioni è inadeguato: sono entrambi fermi, anzi, se letti in rapporto al crescente costo della vita stanno arretrando. In secondo luogo poi va considerato il progressivo smantellamento dello stato sociale: un processo di graduale scardinamento di quegli enti e istituti che della redistribuzione del reddito e dell'eguaglianza sociale erano proprio gli attori principali”. Le parole di Vinti sono lame taglienti all'indirizzo di una classe politica (della destra come del centro-sinistra, in particolare dei partiti costituenti il PD) che delle privatizzazioni ha fatto un dogma, un imperativo da seguire ad ogni costo i cui fallimenti sono però, ad oggi, tragicamente evidenti. “Il problema non è soltanto di ordine sociale – ha infatti proseguito – ma anche, e in larga parte, politico. Perché molti di questi poveri non sono raggiungibili dalla politica: esprimono un sistema di valori che non tende al cambiamento dello stato di cose esistente, quanto piuttosto all'ascesa lungo la scala sociale. Una scala lungo la quale chi sta in fondo “pigia” gli ultimissimi per cercare di essere penultimo”. Una metafora che Montesperelli è sembrato condividere e spiacevolmente confermare. “Per tutti questi motivi – ha concluso infine Vinti – e perché siamo convinti che il primo problema da affrontare resti la condizione dei “lavoratori poveri”, come gruppo di Rifondazione avanzeremo già martedì una richiesta per l'istituzione di una Commissione d'Inchiesta sulle condizioni del lavoro in Umbria, dai livelli salariali alla tutela dei lavoratori. La politica, quando può farlo, deve dare risposte concrete”. Condividi