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di Isabella Rossi La violenza sulle donne è stata oggetto di un seminario, organizzato dalla Unione Cronisti dell'Umbria, che ha avuto luogo ieri pomeriggio alla Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni. Ad indagare sotto vari aspetti le radici di questo fenomeno fino a tracciare la situazione del quadro legislativo attuale, con i suoi limiti ed i margini di miglioramento, relatori direttamente impegnati sul campo: la Dott.ssa Nicla Flavia Restivo, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, il Prof. Fabrizio Fornari, docente di Sociologia giuridica e Monica Napoleoni, Vice Commissario della Questura di Perugia. Dopo l'introduzione al dibattito del presidente dell’Unione Cronisti dell’Umbria, Marcello Migliosi, si è entrati subito nel vivo con un intervento di Guido Columbo, Presidente dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani, che ha ricordato la dibattuta sentenza emessa nei confronti dell'assassino di Franceca Reggiani, Romulus Nicolae Mailat. Nella stessa si riconosceva, infatti, nella strenua ribellione della vittima la molla che ha fatto scattare la violenza degenerata nell'assassinio. Come se la povera Reggiani, insomma, se la fosse cercata. Una circostanza che non ha di certo stupito Vanna Ugolini, giornalista del Messaggero e moderatrice del dibattito: "quando hanno ucciso Marisa Radicchia hanno detto che se l'era andata a cercare. Dopo Marisa ci sono state altre tre morti, una statistica da brivido." Dal 2004, 2005 c'è stato un grosso incremento di violenza sessuale e lesioni dolose, ha confermato il Gip Nicla Restivo. In Italia, inoltre, mezzo milione di donne ha subito violenza. Più della metà delle donne ha subito molestie sessuali. In questo scenario gioca un ruolo importante sicuramente il fatto che la sanzione per le molestie non sia adeguata, come ha ribadito il Gip entrando nel merito delle questioni giuridicamente rilevanti ai fini di un più efficace contrasto del fenomento della violenza sulle donne. A fronte di un mancato adeguamento alle normative europee c'è poi un fenomeno in larga crescita. Sono reati contro le donne compiuti da immigrati che provengono da paesi dove le pratiche in questione non sono soltanto tollerate ma socialmente accettate come la mutilazione dei genitali o il matrimonio forzato in età minorile. La rappresentazione della donna come oggetto sessuale nei media è inoltre un fattore di destabilizzazione culturale: crea i presupposti della discriminazione e quelli della violenza. E mentre in quasi tutti i paesi europei si promuovono azioni contro la violenza sulle donne in Italia si tagliano i fondi ai centri antiviolenza. A ciò si aggiunga che il disegno di legge sullo stalking, che configura per la prima volta il reato di persecuzione, non è stato ancora approvato. Il Vice Commissario, Monica Napoleoni, che dirige la sezione crimini contro la persona, ha sottolineato come tutti i giorni si manifestino casi di violenza psicologica sulle donne da parte degli ex. "Le donne che vengono da noi non hanno voglia di giustizia ma di ritrovarsi" ha spiegato la relatrice riportando un fatto che la dice lunga sulla connotazione principale della violenza sulle donne: "E' più facile salvare una ragazza dalla strada e metterla in un programma di protezione che salvare una madre di famiglia". Quando cioè il maltrattatore è il marito, il compagno o il fidanzato, ovvero nel 70% dei casi, gli strumenti legislativi sono inadeguati. La prostituzione inoltre, in Umbria come in Italia, è nella maggioranza di casi forzata. Donne e bambine sono costrette, attraverso ricatti e minacce, a prostituirsi. Ciononostante sono circa nove milioni i clienti italiani. Le cercano per strada o in appartamenti, quasi sempre intestati a cittadini compiacenti. Tra gli altri presenti in sala il Gup Paolo Micheli, Ada Girolamini e l'avvocato Francesco Falcinelli. Condividi