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di Nicola Bossi In quasi 5mila hanno sfidato la pioggia e il freddo che sta attanagliando da giorni Perugia per aderire allo sciopero indetto dalla Cgil a livello nazionale. Gli ombrelli dei sostenitori hanno praticamente colorato la metà esatta di Corso Vannucci. Nessuna bandiera del Partito Democratico è entrata a far parte del popolo dello sciopero perugino. Molte invece quelle di Rifondazione Comunista - sempre più centro dei lavoratori di sinistra in Umbria - e alcune delle sigle minori come Sinistra Critica e Comunisti di Ferrando. Parte importante del corteo della Cgil era formato anche dagli studenti dell'Onda Universitaria e da cittadini stranieri. Prima dei comizi ci sono stati attimi di tensione tra le forze dell'ordine e alcuni gruppi di manifestanti che hanno simbolicamento preso d'assalto una vetrata di una banca - la Unicredit - colpendola con monetine e attaccandoci sopra dei manifesti di protesta. Il segretario della Cgil Manlio Mariotti ha ribadito che la manifestazione è fondamentale per "far capire a tutti che il lavoro è al centro dei problemi della gente". E non si può fare finta di niente, continua Mariotti, "come vorrebbe il Governo che invita a spendere e spandere quando invece i salari sono bassi, l'unico reddito è quella della cassa integrazioni e le pensioni non sono state rivalutate". Mariotti se la prende anche con i provvedimenti anti-crisi del governo: "Nel paese del capitalismo si arriva quasi a nazionalizzare banche e imprese per non farle fallire. Immettendo quantità di denaro tali che sembravano impesabili per un sistema liberista. Mentre da noi il Governo non ha messo denari aggiuntivi, ma ha fatto un aiutino con i soldi dati in più dai lavoratori non essendo resistuito il fiscal drag" Nessuna polemica con i sindacati che non hanno aderito "a cui noi, nonostante gli attacchi, tributiamo sempre grande rispetto". Condividi