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Il nome del candidato è soltanto una punta dell'ice-sberg che sta muovendo Rifondazione Comunista all'interno delle dinamiche politiche e sociali dell'Umbria. La svolta a sinistra, ovvero la svolta verso il popolo umbro e italiano, sta alla base di un programma che sarà il vero protagonista della vicenda congressuale di questo fine settimana. Il gruppo dirigente di Rifondazione ha valutato "le gravi difficoltà dell’apparato produttivo, ad iniziare dalla Merloni, e la messa in discussione dei livelli occupazionali. Un avvio di crisi che già minaccia migliaia di posti di lavoro, esponendo in modo grave i lavoratori precari e le donne". Da qui la decisione di essere protagonista, in ogni luogo, dell'iniziativa di opposizione sociale, a partire dallo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre, e dai sindacati di base, che per il Prc è definito "una grande occasione politica specialmente se troverà convergenze con il movimento esploso nelle scuole e nelle università". Le delegate e i delegati della mozione Ferrero ritengono essenziale lavorare per: l’unità di Rifondazione e salvaguardare la sua autonomia, da altre forze politiche e dai poteri economici regionali; procedere sul cammino dell’innovazione teorica e della pratica politica, con grande apertura alla società e ai bisogni insoddisfatti del mondo del lavoro e delle classi sociali più deboli, senza smarrire la propria storia e la nostra natura di classe. Rilanciare il rafforzamento di Rifondazione e il potenziamento di una area di sinistra politica, sociale e culturale,dove vengano salvaguardate le proprie specificità e identità; verificare su una base programmatica le possibilità di accordo per le prossime elezioni amministrative con il Pd. Ad un cambio di fase politica, sociale, ed economica, occorre rispondere con un progetto che tenga conto di due novità enormi per l’Umbria, A) l’assetto federale dello Stato B) la crisi del capitalismo globalizzato e la recessione economica. Conseguentemente è necessario predisporre politiche in grado di contrastare il carovita e porre con forza la “questione sociale” in Umbria. Un progetto impiantato su quattro assi fondamentali: Modifica del modello di sviluppo regionale, ridimensionando il peso delle “tre C” (Cavatori, Cementieri e Costruttori) e puntando sulla impresa di qualità e sulla ‘territorialità dello sviluppo’, coniugandolo con la lotta alla precarietà e alla qualificazione del lavoro. Salvaguardando e riqualificando l’ambiente, il paesaggio umbro, valorizzando le risorse naturali, ponendo la questione della ripubblicizzazione dei beni comuni. Definire un nuovo modello di ‘welfare regionale’ anche come volano di un nuovo sviluppo, imperniato su un sistema sanitario regionale pubblico ad universalistico; Difendere gli spazi democratici e le libertà attaccati da una democrazia autoritaria, riproporre con forza la sfida culturale della laicità. Condividi